Vi Presento Serena e l'Accento Romano


TRASCRIZIONE:

Alberto: Buongiorno carissimi, siamo qui per un nuovo video insieme alla fantastica Serena. Buongiorno Serena.

Serena: Ciao Albi, buongiorno e buonasera a tutti e tutte.

Alberto: Buongiorno. Allora ragazzi, come al solito, l'obiettivo di questa intervista è farvi conoscere gli insegnanti di Italiano Per la Vita meglio, ma anche soprattutto avere una conversazione naturale in italiano con italiani che vengono da parti diverse dell'Italia, no? Quindi, ho preparato delle domandine, se mi vedete guardare qui è perché ho qua davanti delle le domande che ho preparato per Serena e direi che siamo pronti per iniziare. Giusto, Serena? 

Serena: Vai, prontissima. 

Alberto: Allora ragazzi, cominciamo con una domanda diversa in questo caso, perché ho fatto una domanda, cioè vi ho spiegato come ho incontrato Sara e Iraida, che era online. Abbiamo cominciato a collaborare con loro online, e così le ho trovate. Ho visto che erano molto simpatiche, eccetera. Con Serena è stato diverso. È stata Serena a trovarci, quindi volevo chiedere per iniziare, a Serena, cosa ti ha spinto a contattarci?

Serena: Ok, allora racconto la storia perché, secondo me, è una storia... A me piace tanto. È una storia iniziata tantissimo tempo fa, quindi iniziamo un po' da Adamo ed Eva. Tanti anni fa… Tanti anni fa, stavo praticando il mio inglese e avevo bisogno di qualcuno con cui, appunto, interagire e fare conversazione. Erano i tempi del Covid, e mi iscrissi a un gruppo Facebook di cambio linguistico. E qui ho conosciuto una persona che adesso, anche se molto più grande… Non molto, più grande di me, comunque, considero una mia carissima amica. E quindi è nata una vera e propria amicizia con lei. Abbiamo continuato a sentirci online. Lei è venuta a Roma, io sono stata a casa sua in America per un po' di tempo. Quando l'anno scorso sono tornata in Italia, lei mi ha fatto conoscere questa pagina, me l'ha inviata e mi ha detto: “Guarda queste persone cosa fanno!” Perché sapeva che, comunque, avevo iniziato a insegnare italiano online. Ho visto la pagina, mi è piaciuta e ho provato a scrivere. Ho detto: "Ciao, ho visto la pagina, mi piace, siete per caso interessati a nuovi insegnanti?” E penso mi rispose Giulia, se ricordo… Se ricordo bene, dicendo che, appunto, avrebbe parlato con Alberto, eccetera. Vabbè, voi siete stati carinissimi, quindi… Super gentili, mi avete chiesto di mandare questo video di presentazione. È successo che vi è piaciuto e, quindi, poi, appena possibile, quando sono riaperte le iscrizioni, abbiamo iniziato questa collaborazione di cui sono molto, molto felice. Non so se ho risposto…

Alberto: Grandissima, grandissima. Hai risposto, hai risposto. E confermo la storia, ragazzi, infatti, cose che ci hanno colpito di Serena, prima di tutto, era che amava leggere, quindi era un'ottima candidata anche per il Club del Libro di Italiano Per la Vita, quindi… Ama i libri, ama la lettura. Poi era romana. E passiamo, quindi, alla seconda domanda perché essere romani cioè è una cosa molto speciale. Volevo chiederti quindi qual è la parte più bella di essere romana?

Serena: Oh mio Dio, ok, questo è difficile. Non so, penso ci siano pro e contro, ovviamente, ma tu mi hai chiesto la parte più bella.

Alberto: Sì.

Serena: Banalmente parlando, il fatto che quando sei all'estero e dici qual è la tua città, la conoscono tutti. Perché magari succede che qualcuno che vive in altri posti deve spiegare e dire: “Il mio paese è vicino a quest'area qui”. Invece, vedere la reazione degli altri quando dico che sono di Roma è sempre entusiasmante per me perché non so, mi rendo anche conto alla fine di quanto sia fortunata, no? L'altra parte è che ci sono dei posti bellissimi di cui non mi stanco mai, cioè ci sono… E comunque c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, sia a livello semplicemente di bellezza, posti nuovi che non ho ancora visto, ma anche le opportunità internazionali che ci sono, il fatto che si può conoscere gente da tutto il mondo stando soltanto in una città, se si vuole. E quindi ogni volta che vado in centro mi sembra di essere un po' in un'altra parte del mondo. L'altra cosa bella che mi piace è che in realtà ci sono dei posti che a me piacciono tantissimo, che sono poco conosciuti. Mi piace sempre mostrarli quando qualcuno viene a trovarmi o se mi chiedono consigli su Roma. Io consiglio sempre... C'è un quartiere qui vicino, non so se qualcuno c'è stato, che si chiama la Garbatella, che secondo me è bellissimo, è un quartiere storico e secondo me vale la pena passeggiare perché è in un punto molto centrale di Roma, ma è così tranquillo e ci sono queste case storiche che anche se sono state ristrutturate, alcune mantengono comunque, secondo me, la personalità e il carattere che le caratterizza. E c'è molta tranquillità, ci sono questi cortili interni, si può passeggiare. Il mio momento preferito è la primavera perché si sente il profumo del gelsomino dappertutto. Non so, mi crea proprio, mi genera benessere.

Alberto: Grandissima. Come si chiama di nuovo questo quartiere?

Serena: La Garbatella. Mio nonno mi raccontava che si chiama così perché c'era questa ragazza che si prendeva cura delle persone, che era molto gentile e l'avevano chiamata o soprannominata la Garbata. 

Alberto: Wow. 

Serena: E quindi da lì il nome del quartiere. È abbastanza conosciuto ma non lo definirei turistico.

Alberto: Fantastico, allora è uno di quei posti che anch'io vorrei andare a visitare perché uno dei miei nuovi propositi è scoprire quelle cose intorno alle città come Roma, eccetera, meno conosciute, quindi, mi hai già dato un ottimo consiglio.

Serena: Sì, sì, decisamente sì, prego.

Alberto: Ok, Serena, allora rimanendo sull'argomento Roma, immagino tu ami mangiare come me? Non conosco tanti che non amano mangiare gli italiani.

Serena: Non tanto in realtà, non tantissimo. 

Alberto: No?

Serena: Non tanto, no. 

Alberto: Però, sono sicuro che saprai rispondere a questa domanda. 

Serena: Vai, vai. 

Alberto: Sei pronta?

Serena: Vai.

Alberto: Allora, qual è il piatto romano che ti piace di più?

Serena: Allora, mi piacciono… Però c'è un piccolo problema che io non riesco non riesco a mangiare il pecorino. Ho avuto delle brutte esperienze da bambina e non riesco a mangiare il pecorino, per cui posso mangiare i piatti romani con il parmigiano e mi piacciono. Il problema è la reazione delle persone…

Alberto: No…

Serena: …che i proprietari dei ristoranti o le persone che mi servono, quando dico che non voglio il pecorino, cioè quasi quasi si rifiutano di servirmi. Però ti direi forse a questo punto il carciofo fritto.

Alberto: No, e ragazzi, per chi di voi non lo sa di questo discorso dei formaggi. In Italia, ci sono tre formaggi principali conosciuti mondialmente direi che sono il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e il Pecorino Romano. Questi tre, ce ne sono tantissimi, ovviamente, cioè un'infinità, però questi tre veramente… Giro nel mondo e anche qua, per esempio, a San Paolo, vado in un supermercato, c'è Pecorino Romano, Grana Padano, Parmigiano Reggiano. E i piatti principali di Roma, come la gricia, la carbonara…

Serena: la cacio e pepe... 

Alberto: Tendono a essere fatti con, principalmente, pecorino romano. Poi ci sono varie combinazioni, c'è chi mette metà e metà, chi fa mille combinazioni diverse. Ma per questo, Serena stava dicendo di queste esperienze, perché è anche vero che gli italiani fanno fatica in ogni regione a cambiare le loro ricette originali dei piatti, specialmente nei ristoranti dove ci tengono, no? Quindi se vuoi approfondire un attimo Serena la cosa per spiegare anche tu.

Serena: Sì, questo. Diciamo che di solito i piatti tipici, molto tipici, si mangiano in questi posti che chiamiamo trattorie, che sono dei posti che hanno un'atmosfera molto familiare, hanno porzioni molto grandi e non so… Forse ricorda un po' l'atmosfera delle vecchie osterie, che erano i posti, per chi non lo sapesse, dove si vendeva il vino. E di solito, quindi, questi sono i posti dove si trovano i piatti tipici. Secondo me, chi li gestisce sono persone molto legate alla tradizione, per cui non sempre c'è tanta flessibilità. Viene quasi preso come un insulto, secondo me, se si chiede di cambiare un piatto.

Alberto: Sì, esatto, esatto, Serena. E questa cosa, ragazzi, è difficile da capire perché varie volte con Isa erano in dei ristoranti, in alcuni ristoranti di questo tipo e si, quasi rifiutavano di fare certe cose e può sembrare maleducato. Però, è che viene preso quasi come un insulto, sì, tipo come se tu vuoi cambiare una persona la cosa che fa da una vita, la fa in quel modo, sa che è migliore così. Quindi, è difficile, è difficile da capire questa cosa culturale… 

Serena: Sì.

Alberto: …italiana nella ristorazione. Ok, però, quindi, prendiamo i carciofi e accettiamo come risposta.

Serena: Prendiamo i carciofi o anche i dolci, ti direi i dolci secondo me. 

Alberto: Quale? 

Serena: In generale, la pasticceria romana mi piace tanto. C'è tanta scena risulta di pasticcini, il modo in cui fanno i dolci mi piace tantissimo e secondo me c'è la panna più buona di tutte. Quindi, qualsiasi cosa con la panna vale la pena.

Alberto: Concordo Serena, ma mi rende molto triste perché io sono andato a Roma, mi sono mangiato due maritozzi a colazione e sono stato male dieci giorni. Mi sono rovinato la vacanza, ma perché l'ho sbagliata proprio. E così ansioso di provarci i maritozzi, che ho provato i maritozzi e altre cose… Basta, mi sono distrutto. Però ecco, ti invidio.

Serena: No, due sono troppi. Di solito, il maritozzo, secondo me, è mezzo. È la dose è giusta, ma ancora meglio se, invece, che a colazione, lo mangi a metà notte. Cioè al ritorno verso casa, se sei stato fuori la sera, ci sono sempre i posti che hanno cornetti e maritozzi e sono aperti la notte e, secondo me, quella è la morte sua, diremmo noi.

Alberto: Mi prendo il tuo consiglio, lo porto a casa e spero di usarlo un giorno in un modo più intelligente. Ok, allora passiamo alla prossima domanda. Visto che abbiamo parlato di Roma e tu sei una persona che viaggia al mondo, come me, anche te ami viaggiare, e conosci tanti Paesi, quindi volevo chiederti cosa ti piace di più, invece, della cultura italiana? Non solo di Roma, ma della cultura italiana, dell'essere italiana. Cos'è che ti porti sempre nel cuore a riguardo?

Serena: Ti direi la varietà e la complessità, perché anche quando viaggio e le persone sono affascinate dalla cultura italiana, dici sì, sono stato in Italia, qui, lì. Però, secondo me, la cosa bella dell'Italia è quante microculture ci sono. Cioè, io, per esempio, ho origini di due parti diverse d'Italia, perché la famiglia di mio padre è di Roma, la famiglia di mia madre è della Calabria. Io ho vissuto in entrambi i posti e ho vissuto anche a Torino, quindi ho un po' un assaggio di tutto. Non so, secondo me è estremamente affascinante il fatto che in un solo Paese, che è anche piccolo, puoi avere così tante culture diverse. Cioè, c’è qualcosa sicuramente che ci accumuna, però, poi, ognuno ha le proprie caratteristiche. Per esempio del sud, mi piace il dialetto, mi piace la musica popolare, sicuramente… vabbè, il mare, che lo diciamo fare. Di Roma, mi piacciono tante altre cose. Per esempio, non so, l’altra sera stavo semplicemente passeggiando per i vicoli e assorbivo un po' tutto: il modo in cui le persone parlano, l'enfasi che mettono nel parlare, che delle volte è anche troppa. Però, ci sono delle altre volte in cui mi fa sentire a casa quel modo molto, non direi grezzo perché sembra offensivo, però molto genuino di parlare.

Alberto: Sì.

Serena: Non so, penso che, in generale, mi piace il calore, sembra banale, però essendo stata in altri posti non è una cosa che va data, in realtà, per scontato. Abbiamo un senso dell'ospitalità che, secondo me, è meraviglioso. Siamo sempre pronti, aperti all'altro, anche se magari è diverso da noi. Magari non parla neanche l'italiano, però tra i gesti e le varie cose, no? Ci sforziamo sempre, o almeno… Mi sembra che questa sia la mia esperienza, spero di non sbagliarmi. Però, ecco, c'è sempre un modo di accogliere e spero che continueremo ad averlo nel tempo e che non lo perderemo perché è molto bello. Sono sicura che appena finiamo la chiamata mi vengono in mente mille altre cose.

Alberto: Classico.

Serena: Però, in questo momento, di gesto ti direi questo, sì. La varietà delle culture, il calore. Non so, c'è anche qualcosa che assomiglia alla forza, alla forza di volontà, non so, al cercare, magari non siamo un Paese estremamente benestante, però cercare di godere di quello che sia. Questo l'ho sperimentato più al sud, onestamente. Però, penso si possa un po' generalizzare dappertutto se si va magari un po' più fuori dalle città o se si vive la città, non tanto come questa cosa enorme ed estesa, ma come piccoli quartieri. Secondo me c'è un forte senso di comunità.

Alberto: Grandissima. Mi piace molto quello che hai detto, specialmente legato alla varietà e il calore del sud e dell'Italia in generale, perché è veramente impressionante. Cioè, anch'io quasi... Cioè, potremmo visitare l'Italia all'infinito e non finirla mai perché ogni borgo, ogni comune, ogni posticino ha una qualcosa diverso, un dolce diverso, un cibo diverso, un modo di avere le costruzioni diverso, un modo di parlare diverso, una natura diversa, i laghi, le montagne, il mare. È impressionante. Quindi, questo è quello che amo anch'io dell'essere italiano, quindi bravissima che ci hai parlato di questo. Ok?

Serena: Grazie.

Alberto: Passiamo, quindi, alla prossima domanda. Ah, questa si connette anche a questo argomento. Allora la domanda è: se potessi vivere in qualsiasi città italiana, quale sceglieresti e perché? Magari una città in cui non hai proprio vissuto già.

Serena: Direi Roma. Semplicemente perché quando ho vissuto in altri posti, ad un certo punto, ho sentito sempre il desiderio di tornare. Anche quando ho vissuto in posti che mi piacevano, ad un certo punto ho pensato che Roma mi mancava, probabilmente per la grandezza, perché è grande, perché, appunto, come ho detto prima, è più internazionale, c'è sempre qualcosa da scoprire e ho bisogno tendenzialmente di avere spesso stimoli nuovi. E secondo me, Roma come grande città, è più adatta. Mi piace il clima perché a me il caldo piace, quindi il clima mi piace. Quindi, per il momento ti direi Roma, ma come ho già detto sono molto attratta dal sud. Mi piacerebbe spendere più tempo, in realtà un po' di tempo in Sicilia, per esempio, perché ci sono stata da piccola e poi non ci sono più tornata. Quindi, secondo me, è un posto che potrebbe potrebbe piacermi in una fase diversa della vita, senza ombra di dubbio. Sì, penso che dipenda sempre molto dalla fase in cui ci troviamo, no, dai bisogni che abbiamo in determinati momenti.

Alberto: Sì, concordo, concordo, assolutamente. Ok, ragazzi, allora, prima di continuare con la prossima domanda, vi ricordo anche della riapertura di Italiano Per la Vita che è l'8 settembre. Mi raccomando, segnatevelo sul calendario e in descrizione c'è la lista d'attesa e… Serena, ovviamente, siamo qua a intervistarla anche perché è insegnante di Italiano Per la Vita e si occupa delle lezioni di gruppo…

Serena: Vi aspettiamo.

Alberto: Fa anche il Club del Libro, adesso inizierà a fare anche delle attività dal vivo e come ha detto lei, vi aspettiamo, ma vuoi dire qualcosa Serena prima di continuare?

Serena: No, provate perché è bellissimo, cosa vi devo dire? No, secondo me vale la pena provare per sentire l'atmosfera. Poi valuterete voi. Secondo me, non c'è molto altro da dire. Partecipate, parlate con gli altri studenti. Capirete cosa intendiamo. Si respira molto quello spirito di comunità di cui parlavamo prima. È un posto molto italiano nel modo migliore possibile.

Alberto: Per me la cosa più bella è proprio l'atmosfera con gli studenti da tutto il mondo, un ambiente dove si vuole imparare, fare una cosa piacevole, ne, che nella vita ci sono tante cose che sono, invece, spiacevoli. Imparare una lingua, secondo me, è una cosa bellissima. 

Serena: Vero. 

Alberto: Quindi, molto bello, molto bello. E l'atmosfera anche che Serena, Iraida, Sara, Andrea, Barbara, Giulia, tutti quanti creano, è molto, molto speciale e tutti gli studenti, ovviamente, che sono la chiave. Ma, connettendoci agli studenti, ti faccio una domanda, Serena.

Serena: Vai. 

Alberto: Legata alla motivazione, queste cose. Come mantenere la motivazione alta durante lo studio, lo studio dell’italiano? E non solo. So che anche tu, sei un essere umano, avrai difficoltà nel mantenere la tua motivazione alta e nelle varie cose della vita. Quindi ti chiedo: Quali strumenti hai trovato per tenerti motivata? Consigli utili che potresti avere in quest'area?

Serena: Ok, non so se ho consigli utili. Ho il mio pensiero che, secondo me, la motivazione si nutre della soddisfazione, cioè è un circolo vizioso. Secondo me, più si fa, più si raggiunge un risultato, più si è felici e più si vuole continuare a farlo sempre meglio. 

Alberto: Vero. 

Serena: Perché, comunque, soprattutto quando si parla, quando si tratta di imparare una lingua, per esperienza personale, imparando ogni lingua che si impara, si aprono mille porte diverse per le persone che possiamo conoscere, prima di tutto, per l'esperienza che possiamo fare, per il modo in cui ci sentiamo, perché è come se all'improvviso crollassero tantissimi muri che c'eravamo costruiti intorno o che, comunque, esistono perché il linguaggio può essere comunicazione e barriera allo stesso tempo. Quindi, secondo me, la motivazione viene dal rendersi conto, dalla consapevolezza di quante possibilità ci si stanno aprendo e quante altre se ne apriranno se continuiamo a migliorare sempre, sempre di più. 

Alberto: Grandissima.

Serena: Quindi sì, sicuramente questo è una di sostanza che crea dipendenza, secondo me. 

Alberto: È vero.

Serena: E poi pensare, sempre continuare a pensare che non è mai troppo tardi, che sembra banale, ma è qualcosa in cui credo fermamente. E, in realtà, me lo stanno insegnando gli studenti ogni giorno perché ci sono persone di tutte le età e tutti quanti fanno progressi. Tutti quanti hanno imparato una lingua che non è una lingua facile, tra l'altro, da zero o poco più. E, quindi, sono sempre un promemoria per me del fatto che è vero che non è mai troppo tardi e che l'età è un limite che ci poniamo noi o una scusa, dipende dalle situazioni.

Alberto: Molto bella questa cosa che hai detto della motivazione che si autoalimenta, perché è molto vero questa cosa di fare qualcosa che ti dà soddisfazione e, quindi, te la fa rifare. No, no, no, è un punto di vista molto importante da capire anche. È per quello che si parla anche molto di premiarsi nelle cose, anche tipo… Se uno ha fatto una lezione di gruppo e aveva paura di darsi un premio poi, di fare qualcosa di piacevole anche, di creare questo, diciamo, loop che si autoalimenta di motivazione. Anche perché spesso i risultati nelle cose della vita non arrivano subito, cioè quasi in tutte le aree. Ci vuole tempo per vedere dei risultati tangibili. Quindi, quello che devi fare, appunto, come dicevi, è trovare soddisfazione e autoalimentare la tua motivazione nel processo anche delle cose.

Serena: Anche essere realistici, nel senso, ovviamente, non posso pretendere di imparare benissimo una lingua dall'oggi al domani. 

Alberto: Assolutamente.

Serena: Però, ecco, la soddisfazione deriva dal fatto che, per esempio: “Ieri non capivo nulla, oggi in una frase ho capito tre parole. Ah, che bello, se ne ho capito tre, ne posso capire sei e così via”, finché arriviamo ad un punto in cui capisci quasi tutto, ma sempre per piccoli step, e secondo me, quello è importante, cioè essere felici dei risultati, rendersi conto, Secondo me è proprio godersi il processo, anche quello è bello, il fatto di godere dell'apprendimento stesso, avere del tempo che dedichiamo a quell'attività, anche nel momento per noi in cui facciamo qualcosa per noi stessi. Secondo me, ecco, avere obiettivi realistici nel breve termine e poi il resto, secondo me, viene naturale.

Alberto: Sono super d'accordo, anche perché io sono uno che di base, avendo iniziato a leggere i libri presto, anche di porsi obiettivi, avevo sempre sta cosa di pormi obiettivi, ma sto riscoprendo, recentemente, appunto, il piacere di fare una cosa per farla nel breve termine. Tipo, mi sono messo lì a cominciare a imparare a cucinare, ma senza... E cominciavo a pensare “Ma devo subito fare un video a riguardo”, eccetera. Invece no, fammelo fare per piacere, no? Sto cominciando a cucinare varie cose, così per il processo di imparare una cosa nuova. Ed è molto piacevole quando tu, appunto, puoi fare delle cose che fai per farle, per dire: “Ah, adesso mi dedico a questa cosa, passo un buon tempo imparando qualcosa di nuovo”. Noi essere umani abbiamo bisogno di questo e anche ci fa stare bene, quindi, contento che hai menzionato anche questa cosa.

Serena: No, decisamente sì, delle volte bisogna ricordarsi che non tutto è performance, neanche con noi stessi. Proprio godiamoci il momento, cos'è che oggi mi rende felice, qual è un'idea di futuro che mi rende felice? Piano piano arrivarci ma senza fretta, cioè nel frattempo godiamocelo. Secondo me, non so, a me fa stare meglio vivere in questo modo e mi fa apprezzare di più le cose.

Alberto: È una grande lezione, sì, sì. Ci vuole un equilibro assolutamente perché ho visto il modo di vivere solo dove appunto tutto è performance e anche io ho capito che non è un modo di vivere che a lungo termine è quello che ti dà più soddisfazione e gioia. Ci vuole una combinazione, sapere…

Serena: Sì.

Alberto: …combinare le cose quindi… Assolutamente concordo con te. E ne approfitto per chiederti allora, dato che stiamo parlando di processi, cose da imparare, eccetera. Casca a pennello…

Serena: Dimmi.

Alberto: Casca a pennello, ragazzi, è un’espressione. Vuol dire che arriva al momento giusto. Si dice “casca a pennello”?

Serena: Casca a pennello, penso anche “casca a fagiolo”. Ci sono tutte e due, mi sa. Però si dice cascare.

Alberto: Casca a fagiolo, eh? Casca a pennello, casca... Ok, comunque casca a pennello, casca a fagiolo. La domanda è questa: quali sono i tuoi hobby e come influenzano la tua vita quotidiana? 

Serena: Penso che si intersechino, che, come ho detto, mi piace sempre scoprire cose nuove, fare nuove attività. In generale, penso di avere una passione per le persone, quindi mi piace sempre conoscere persone nuove. C'è sempre, secondo me, uno scambio, un po' uno scambio di vita, no? Prendo qualcosa, ti lascio qualcosa. È bello che te lo sto menzionando ora, perché proprio ieri, in realtà, stavo parlando con una ragazza che ho conosciuto l'anno scorso in Guatemala e lei mi disse una cosa… insomma, stava dicendo una cosa che ha fatto e mi ha detto: “Me l'hai insegnata tu!” E ho detto: “In che senso? Scusa, non ho capito”. E quindi stavamo parlando, appunto, di come, anche senza accorgercene, no, in ogni incontro, in ogni esperienza, lasciamo qualcosa e prendiamo qualcosa allo stesso tempo. Quindi, non so… Non so se conoscere nuova persone è un hobby, però, direi di sì.

Alberto: Può essere, direi di sì.

Serena: Non lo so. E vabbè, viaggiare, cosa lo diciamo fare. Anche quello non so se è un hobby o più uno stile di vita, uno stile di pensiero anche, non lo so. Leggere, ovviamente. Cos'altro? Mi piace passeggiare un sacco. Lo so che sembra molto banale, ma mi piace passeggiare in posti che mi piacciono ed è anche una buona occasione. Sono i momenti in cui ascolto la musica, ma di più i podcast o delle volte anche gli audiolibri. Allora, dipende un po' dai momenti, da cosa mi va di fare in quel momento. Cos’altro? Imparare nuove lingue è diventato un hobby o una necessità? Perché, andando in diversi posti, ti rende conto che, come ho detto prima, senza sapere almeno un po' la lingua, ci si perde tantissimo dell'esperienza ed è più difficile interagire, perché ovviamente le persone che puoi conoscere sono soltanto quelle che sanno lingue che tu conosci. Secondo me, è un po' limitante. Quindi, sì, imparare nuove lingue è decisamente un hobby. Mi piace scrivere. Ho un po' di idee in testa da anni e ogni tanto butto giù qualcosa, ma ancora non c'è assolutamente nulla di concreto, sono tutti pezzi un po' sparsi. Non so, ad un certo punto, forse, li metterò insieme e nascerà qualcosa, non lo so. Questi sono secondo me gli hobby principali. Sì, mi piace guardare anche i film e le serie, ma penso che quello piaccia più o meno a tutti oggigiorno. 

Alberto: A tutti, sì sì. 

Serena: Quindi non lo menzionerei. Sì, principalmente questo. Come prima, sono sicura che appena chiudiamo mi vengono in mente mille altre cose, però se mi sono venuti in mente questi significa che sono secondo me, i più importanti.

Alberto: Fantastico, fantastico. Allora ti faccio la penultima domanda, ok? 

Serena: Ok, di già? 

Alberto: Allora, questa... Ci stavi andando da sola in questa direzione, ma è una domanda che ho fatto a tutti gli insegnanti perché, appunto, è una domanda secondo me molto, molto interessante ed è connessa proprio alle persone. La domanda è: qual è la lezione cosa ti è più importante che hai imparato dai tuoi studenti durante le lezioni di gruppo? Lezioni di vita, eccetera. Cos'è che... Sono già, diciamo, vari mesi che stai facendo lezioni di gruppo. Quali lezioni, avendo un contatto così intenso con persone da tutto il mondo, di ogni età, ma spesso anche di età sopra i 50 anni, quindi persone che hanno vissuto tante esperienze, eccetera. Cosa ti è rimasto? Che lezioni hai imparato? Dicci un po'.

Serena: Ok, allora la più importante è quella che ho detto prima, che appunto non è mai troppo tardi e che tutti possono imparare una lingua. Non è scontato perché la maggior parte della mia vita, per tutta la prima parte della mia vita, che non è tantissima ma abbastanza, ho sempre pensato che... Non so se l'ho pensato io o comunque l'ho introiettato questo concetto, secondo cui se non impari le lingue da piccolo allora sarà difficilissimo. Sei fritto, non non lo imparerai mai. In realtà, non è vero, l'ho sperimentato su di me, ma soprattutto vedendo, come ho detto prima, persone di ogni tipo, tutte le età, mi danno conferma tutti i giorni che delle volte dobbiamo continuare a fare quello che vogliamo fare e infischiarcene un po' di quello che si dice, del "si fa così, funziona così” e tutte queste che, secondo me, sono scemenze, perché se continuassimo tutti a pensare con “si fa così, si è sempre fatto così”. Non so, penso che staremo ancora a leggere con le candele e andare in giro con i cavalli, no? E quindi, questa secondo me è la lezione. A livello proprio di lezione, se la vogliamo chiamare così, di insegnamento, questa è la più importante. A livello di esperienze, come ho detto prima, è un debole per le storie delle persone, probabilmente è per questo che mi piace così tanto leggere, andare in giro, fare nuove conoscenze. E quindi ogni lezione è un'opportunità per me di sentire cosa loro pensano, di avere anche prospettive diverse su determinati Paesi dove magari io non sono stata o che comunque non conosco bene. È sempre bello e importante avere il punto di vista di una persona del posto. Quindi, secondo me è quello. Cioè… io ogni volta inizio la lezione pensando a che cosa imparo oggi. E delle volte lo dico anche a loro, no? “Grazie per la lezione”, ho imparato un sacco di cose io, esperienze che loro hanno fatto. Non so, una volta qualcuno mi raccontava di aver vissuto con degli indigeni, non ricordo in quale Paese, che secondo me è una cosa assolutamente affascinante e che mi piacerebbe fare, ma è molto difficile, ovviamente, accedere, giustamente, anche accedere a quel mondo lì. E quindi non so, mi sembra quando succedono queste cose, mi sembra sempre che sia un dono, un regalo che qualcuno ti fa e regalarti la propria esperienza, la propria storia di vita. Lo apprezzo molto.

Alberto: No, grandissima, grandissima. Mi fa molto piacere, soprattutto, secondo me è molto interessante, esatto, anche quando c'è qualcuno di un Paese che vuoi visitare, averlo davanti, una situazione tipo… Gli vuoi chiedere, no, anche per scoprire il Paese, quindi... 

Serena: Esatto.

Alberto: Quindi, è molto bello un modo di viaggiare anche da casa. Concludiamo a proposito di scoprire i Paesi degli altri. Per aiutare chi vuole scoprire Roma, vorrei chiederti da romana alcuni consigli da romana per vivere Roma al meglio, vivere Roma in un modo diverso. Possono essere consigli di quartieri, possono essere consigli su come muoversi, possono essere consigli di cosa mangiare, quello che vuoi. Ma dicci, io anche sono interessato, anche se sono italiano, sono interessatissimo perché Isa ama Roma, è la sua città preferita al mondo. Quindi, dicci un po', Serena, sono curioso.

Serena: Allora, ti dico, per potersela godere al meglio, il primo step, secondo me, è provare, magari delle volte, ci si riesce, delle volte no, ma provare a non farsi influenzare troppo dal nervosismo generale, perché comunque è una grande città. Ho avuto la stessa sensazione in altre grandi città. Delle volte, può essere un po' troppo. Magari ci si può sentire sopraffatti, anche semplicemente stando nel traffico, secondo me è una delle esperienze peggiori. Ma in generale, può… Secondo me si sente questa frenesia a fior di pelle. E quindi, per prima cosa, cercare di non farsi influenzare da quella, altrimenti ci si rovina tutta l'esperienza perché ci si focalizza sulle cose sbagliate. Quindi, prima cosa quello. Per risolvere e per ovviare questo problema, tutti i romani ti direbbero “fatti il motorino”, io ho paura, quindi, niente motorino per me. Però, secondo me, è vero, è una buona opzione perché puoi andare dappertutto, è comunque una città esteticamente molto bella, quindi… Girarla in motorino, secondo me, è bello. Sia per il traffico, eccetera, il problema del parcheggio, insomma, tutti i problemi pratici che questa città ha, perché non possiamo negarlo. Fare i turisti, ma non troppo, secondo me è un'altra chiave, perché altrimenti magari si finisce, magari si hanno pochi giorni da passare qui e li spendi, li passi a fare file per monumenti, eccetera, eccetera.

Quindi magari dosare un po’. Piuttosto, tornarci un'altra volta, ma non cercare di fare tutto insieme, perché, per esempio, io vengo qui da quando ero piccola, prima ci venivamo… Ci sono nata, poi ci venivamo in vacanza, poi ci sono tornata a vivere e ci sono ancora cose che non ho fatto. Ed è per… In realtà, è anche bello sapere che c'è qualcosa che ancora non hai fatto o che non sai. Quindi, anche a chi la vuole visitare, direi un pochino alla volta. Magari bilanciare e fare un po' di cose turistiche, perché comunque ovviamente i monumenti sono belli e li vogliamo visitare, non è che li snobbiamo. Però, ecco, magari fare un po' di quello, un po' prendersela con molta calma, andare, appunto, anche un po' allontano dal centro, ma a fare cose che le persone locali fanno. Magari prendersi una giornata e stare solo a Villa Borghese a non fare nulla, a fare un picnic. O per esempio un altro posto che mi piace tanto è il Parco degli Acquedotti, e si arriva con la metro A, quindi è abbastanza facile da raggiungere, anche dal al centro. È nella città ma fuori dalla zona che io definirei centrale/turistica. Quindi ecco, fatevi una giornata un po' più rilassante. Come dicevamo prima, meno performance, più godimento. Quindi prendersela un po' con calma, no, passeggiare, magari, invece, quando è possibile camminare, guardarci intorno, guardare i palazzi, perché secondo me l'architettura è bellissima. Se guardo le foto del mio telefono di Roma, praticamente sono le finestre, adoro le finestre, soprattutto in centro, dove ci sono, di solito, le edere o comunque sono edifici storici con le piante intorno che c'è da morire e gli edifici in generale. Penso che siano bellissimi, e che ogni quartiere abbia un po' le proprie caratteristiche. Quindi camminate tanto, fermatevi un po’, fatevi ispirare un po', fermatevi dove vi piace di più. Che cos’altro? Mangiate se vi piace la cucina locale, andate a mangiare nelle trattorie perché di solito è dove trovate i cibi tipici del posto, un'atmosfera molto alla mano, diremmo noi. Porzioni grandi, quindi, vi consiglio magari di prenderne una e dividerla perché altrimenti mi sa che non ce la fate. Cosa altro? Vivetevi Roma di notte, direi. Per me, secondo me, le città di notte hanno sempre un'altra faccia. Roma è sempre viva. È uno di quei posti per cui se mi trovo a tarda notte sola in centro, perché poi è diverso, non mi sento a disagio perché comunque c'è sempre qualcuno, ci sono sempre persone lì che chiacchierano nella piazza, delle volte trovi i musicisti di strada. Quindi sì, direi Roma di notte vale la pena, e secondo me ancora più bella e si respira un'atmosfera diversa. Roma di notte e d’estate. Perfetto. 

Alberto: No, mi hai fatto viaggiare, mentre parlavi stavo viaggiando a Roma. Quindi, ha funzionato perché stavo immaginando le… Roma di notte, le situazioni, le strade.

Serena: Bene, no, perché ho un po' divagato, non so neanche se ho risposto alla domanda o no. Dimmi se puoi aggiungere qualcosa. 

Alberto: Hai risposto, hai risposto. 

Serena: Okay.

Alberto: Hai risposto perché ci hai fatto entrare un attimo in come una romana vede la vita a Roma e quello aiuta molto anche nel percepire, appunto, cosa fare, come vivere Roma. Quindi vuoi aggiungere qualcosa?

Serena: Penso che tutti conoscano già la parte dell’Aventino. Quello è un altro posto che mi piace tanto ed è in centro. Però, se si esclude il parco degli Aranci, dove di solito ci sono tante persone, nel quartiere in sé, si può camminare tranquillamente. Ah, lo sparo del cannone al Gianicolo la domenica. Allora, io non ci vado da tantissimo tempo, però penso che esista ancora, forse è anche un posto turistico in realtà. Praticamente al Gianicolo, che è uno dei colli di Roma, tutte le domeniche a mezzogiorno fanno sparare un cannone a salve, non c'è ovviamente lo sparo. Quindi tutti si riuniscono là, c'è questa cerimonia e c'è lo sparo del cannone. Però, secondo me, il posto è bello perché essendo in alto è panoramico e quando ero piccola mi piaceva tantissimo perché c'era un teatrino di marionette che credo in realtà ci sia ancora. Ci sono… C’è questo piccolo teatrino per i bambini con le marionette di Pulcinella e tutti gli altri personaggi, le altre maschere. Quindi, il rituale solito era andare lì, assistere allo spettacolo delle marionette, poi aspettare lo sparo del cannone e andare via.

Alberto: Consigli utilissimi, ne faremo tesoro. 

Serena: Okay. 

Alberto: Serena, io ti ringrazio tantissimo per la conversazione di oggi. Ti chiedo se vuoi condividere qualsiasi cosa per concludere, se vuoi dire qualcosa.

Serena: Non so, mi sa che ho parlato già tantissimo, non lo so. Come ho detto, mi piace conoscere nuove persone, quindi, vi aspetto alle prossime iscrizioni spero di conoscere nuove persone ogni volta. Tra l'altro, grazie a te Albi e grazie a tutti. Un bacione.

Alberto: Grazie Serena. Allora ragazzi, prima di concludere, vi ricordo nuovamente quindi delle iscrizioni Italiano Per la Vita. Serena è una delle nostre insegnanti, ma ci sono tante cose da fare. Abbiamo episodi, delle grammatica, grammatica naturale ovviamente, quindi con argomenti italiani connessi, vocaboli specifici, modi per attivare il parlato, espressioni. Abbiamo veramente di tutto, ragazzi, troppa roba per elencarvela ora, ma in descrizione avete il link per la riapertura delle iscrizioni. Se è già l'8 settembre, mentre guardate questo video, saranno già aperte, ma noi vi aspettiamo. Ringrazio nuovamente Serena per tutto il lavoro che fa con noi. E niente, speriamo di accogliervi, come sempre, aiutarvi con l'italiano, ma non solo, specialmente aiutarvi ad apprezzare i positivi dell'Italia, ne ha tanti da offrire. È un Paese, secondo me, unico al mondo, sono… Nonostante i problemi dell'Italia, sono molto orgoglioso di essere italiano e, come Serena, non vedo l'ora ogni volta di tornare, di scoprire altre parti d'Italia. E veramente, so che è la stessa cosa per voi. Quindi, grazie per averci ascoltato oggi. Un abbraccione a voi, a Serena che mi guarda. Ciao Serena.

Serena: Grazie a tutti e a tutte, grazie mille.

Alberto: E ci sentiamo presto. Ciao a tutti, ciao ciao. 

Serena: Ciao ciao.