Vi Presento Sara e l'Accento Sardo


TRASCRIZIONE:

Alberto: Buongiorno a tutti carissimi, oggi sono qui con la grandissima Sara. Sara è una delle insegnanti di Italiano Per La Vita, è con noi da abbastanza tempo dietro le quinte e da meno tempo come insegnante ufficiale, ma oggi siamo qui per intervistarla come abbiamo fatto con gli altri insegnanti. Quindi benvenuta Sara, come stai?

Sara: Grazie mille, Albi. Io sto bene, sto benissimo, sono molto felice di essere qui e di fare questa intervista con il signor Alberto.

Alberto: Grandissima, grandissima. E ragazzi, come al solito, ci terrei a cominciare dicendovi come abbiamo conosciuto Sara e come abbiamo trovato Sara. Praticamente, lei lavorava su Fiverr, come Iraida, e ci aiutava in alcune cose che ci servivano per Italiano Per la Vta, per YouTube, eccetera. E io e Isa notavamo che l'atteggiamento di Sara era veramente unico, sempre gentile, sempre veloce, sempre puntuale. E ci siamo detti: “Aspetta ma questa Sara è un po' speciale secondo noi”. E io ho detto a Isa: “Fammi scrivere a Sara per vedere se anche sarebbe disposta a fare altre cose con noi”. E così il resto è storia. Sara era disposta, pian pian ha fatto sempre più cose e poi ha cominciato anche a fare adesso insegnante per italiano per la vita. Giusto, Sara?

Sara: Giusto, giustissimo. Io infatti ho iniziato a gennaio di quest'anno, quindi nel 2024, a fare le lezioni ed è stata una grandissima scoperta anche per la mia personalità. Quindi sono molto felice di fare parte di questa squadra anche più dal vivo, ecco. E non più solo dietro le quinte.

Alberto: E io sono felicissimo che tu fai parte di questo ancora di più perché veramente, come scoprirete oggi nell'intervista ragazzi, Sara ha una personalità molto unica che aiuta anche chi, magari, ha paura di esprimersi in italiano eccetera. Crea un ambiente molto piacevole e soprattutto perché capisce anche le difficoltà di chi è timido, chi ha paura di fare errori, perché lei stessa ha dovuto affrontare queste sfide nella sua vita e questo è. Comunque partiamo dalle domande, Sara, perché sennò mi perdo via in mille chiacchiere, ma ragazzi, come sempre, ho preparato una lista di domande partendo dal discorso legato alla regione da cui e Sara proviene. Perché, io quando ho conosciuto Sara, sapevo che lei abitava in Piemonte e pensavo, quindi, che fosse del Piemonte. Invece no, mi ha sorpreso e mi ha detto: “Ma Albi, ma che stai dicendo? Io sono sarda!" Cominciamo da quello, Sara. 

Qual è la qual è la parte più bella di essere sarda?

Sara: Allora, io sono nata e cresciuta in Sardegna, però, come, appunto, hai detto tu, Albi, mi sono trasferita circa tre anni fa in Piemonte, in una città che si chiama Biella, che è un posto molto tranquillo, dove mi sento molto a mio agio. Però torniamo alla domanda che è “qual è la parte più bella di essere sarda?”

Io sono nata a Cagliari, quindi nel sud della Sardegna, e secondo me la parte più bella di essere sarda è il fatto di aver conosciuto e di aver vissuto in questa terra che così piccola, nonostante sia la seconda isola più grande del Mediterraneo, però essendo un'isola comunque rimane più piccola rispetto all’Italia. È però grande anche per quello che, invece, ha da offrire perché ha del potenziale veramente molto grande. E quindi credo che il fatto di aver conosciuto e aver vissuto in questa piccola terra, in questo piccolo paradiso, mi abbia permesso conoscere… Perché penso che conoscere sia la possibilità più bella che abbiamo come vita, cioè nella vita, nel mondo. Quindi, semplicemente, la conoscenza, il fatto di aver potuto vivere e conoscere questo piccolo mondo. E quindi anche conoscere la ricchezza che ha da offrire, le tradizioni. Infatti, la Sardegna ha una storia antichissima e lo possiamo vedere appunto anche dai costumi, dai balli, proprio anche quando si arriva in Sardegna, un turista, una persona esterna che arriva, percepisce subito l'aria, quello che ha da offrire, quindi anche la storia, la ricchezza. Ma penso anche la parte più bella di aver conosciuto è di conoscere la lingua, la lingua sarda, quindi la lingua che si parla nella Sardegna. È una lingua che, secondo me, riflette molto la sua storia, la sua personalità. Ma anche il conoscere uno stile di vita più lento rispetto invece a quello che c'è anche qui in Piemonte o comunque nel nord Italia che è un po' più veloce rispetto a quello che c'è in Sardegna, quindi direi questo.

Alberto: Fantastico, fantastico. E sono sicuro che questo ha formato molto del tuo carattere essere nata nella natura, in quel tipo di ambiente. Quindi grazie per condividerlo. Parlando di Sardegna, ci sono delle cose però che uniscono me e te, nonostante tu sia nata in un'isola, che è il nostro amore per il mangiare e per, recentemente, ovviamente per me, ma da più tempo per te, cucinare. Quindi volevo chiederti prima di passare alla prossima domanda, qual è il tuo piatto sardo preferito? Che dici “questo mi piace proprio tanto”, se ce n'è uno.

Sara: Allora, cioè, che mi piace tanto o che mi rappresenta? Nel senso come carattere, come personalità.

Alberto: Che ti rappresenta di più e... 

Sara: Tutte e due.

Alberto: E anche che ti piace. Se sono due diversi puoi metterne due, se uno è uno.

Sara: Ok. Allora, un cibo sardo che, secondo me, mi rappresenta ma che è anche molto buono, sono i culurgiones, che è, appunto, il nome tipico sardo che in italiano vuol dire “raviolo” o “ravioli”. È un tipo di pasta ripiena, in genere, ripiena di patate, menta e Grana Padano. Però, devo fare una precisazione. 

Alberto: Ma dai.

Sara: Perché io non amo il formaggio e per questo potrei essere considerata una finta sarda, però non mi piace tanto il formaggio, ma in questo tipo di pasta il formaggio non si sente tanto, nonostante il Grana Padano sia un formaggio molto forte, perché viene camuffato un po' dalla menta che è più forte e poi anche dal sapore della patata. Quindi, tutto insieme, forma un ripieno molto particolare, un gusto molto particolare che secondo me è molto buono. E mi rappresenta perché la creatività che ci vuole per creare e produrre questo tipo di pasta è molto importante. Infatti, direi che mi rappresenta per questo, per la creatività ma anche per la pazienza, perché creare questo tipo di pasta richiede molta pazienza e molta manualità anche. Quindi, secondo me. è un po' una combinazione che mi rispecchia. Quindi, direi questo cibo, ma preciso che la pasta in generale è il mio cibo preferito, quindi da brava italiana, no?

Alberto: Grandissima. 

Sara: Quindi, da brava italiana.

Alberto: Grandissimo, no, grandissima. 

Sara: E quindi, qualsiasi tipo di pasta mi piace, e mi piace cucinarla e anche mangiarla. Quindi questo. 

Alberto: Grandissima, grandissima. Mi ripeti il nome della pasta? Culur…Culur…

Sara: Culurgiones.

Alberto: è culurgiones?

Sara: Culurgiones. 

Alberto: Non l'avevo mai sentita. Culurgiones.

Sara: Sì, ha una forma mezzaluna. Ha una forma mezzaluna con... Ghirigori mi vengono in mente.

Alberto: Può essere, può essere. Delle righine?

Sara: Tipo dei disegnini per chiudere il ripieno. Non sono proprio come i ravioli che conosciamo, sono dei ravioli a mezzaluna chiusi in modo decorativo, creativo.

Alberto: Incredibile. Mi è appena ricordato nuovamente per l'ennesima volta quanto è infinita la varietà di pasta in Italia, perché vivo in Italia da una vita, ho vissuto, ma non avevo mai sentito di questa pasta. Magari se la vedo l'ho già vista, ma non ce l'ho ben presente È incredibile perché anche io amo la pasta e grazie quindi per condividerne una nuova che sicuramente vorrò provare in Sardegna.

Sara: Però credo che questo tipo di pasta si trovi soltanto in Sardegna. Non ho mai mai visto nelle altre regioni questo tipo di pasta perché è un tipo di pasta che solitamente danno negli agriturismi o comunque le fanno le persone che conoscono la ricetta tradizionale da secoli. E quindi è una tradizione che si porta avanti da molto tempo.

Alberto: Pazzesco. No, incredibile, incredibile. Grazie mille per averlo condiviso. Passiamo quindi adesso un'altra cosa legata alla tua regione e alla regione dove abiti, invece. Allora, ti volevo chiedere qual è la più grande differenza tra il vivere in Piemonte e la Sardegna? Se ne devi dire una, la principale.

Sara: Allora, la principale differenza, secondo e… Ce ne sono veramente tante, di differenze, però credo lo stile di vita. Lo stile di vita è completamente diverso perché, in Sardegna, lo stile di vita è molto lento, anche semplicemente per mangiare. Per pranzo si mangia più tardi, magari verso le due, e si cena verso le nove le dieci di sera. Capita, a volte. Mentre qui in Piemonte, comunque sì, Piemonte e un po' nel nord Italia, e questa cosa non è così, nel senso che vedo che spesso si mangia presto a pranzo, quindi magari a mezzogiorno, l’una, massimo l’una. E la cena mi è capitato anche di cenare con alcune persone qua alle sei e mezza o alle sette di sera, quindi...

Alberto: Ti capisco, da bresciano ti capisco alla grande.

Sara: Esatto, c'è questa differenza di stile di vita, secondo me. Però non mi ha creato grandi problemi perché sono una persona che si adatta molto facilmente, quindi nessun problema. 

Alberto: Grande. No, grande per menzionare questa cosa perché, come sai, ora vivo a São Paulo in Brasile e noto anche che qui non è... Cioè molti mangiano verso le due e mezza, e magari cenano alle nove, nove e mezza, dieci, non è impossibile, anzi molti lo fanno. Mentre in Italia, veramente, a Brescia, lì al nord, nettamente c'è questa cosa del pranzo mezzogiorno, in pacca, cioè a volte proprio… O cena alle sette, cioè, c'è molto questa cosa.

Sara: Esatto.

Alberto: Poi ognuno fa quello che vuole, ovviamente, ma c'è questo sentimento molto comune del pranzo presto e cena presto, quindi grazie per aver confermato una cosa che io ho vissuto ma di cui non avevo visto l'altro lato italiano più…

Sara: Esatto, ci sono io per questo.

Alberto: …magari mangiando tardi che tu hai sperimentato.

Sara: Ci sono io per questo.

Alberto: Però andiamo d’accordo perché io inizio a mangiare a mezzogiorno e finisco di mangiare alle quattro. Non preoccuparti, mi unisco anche al tuo pranzo.

Sara: Ah, beh… Ottimo, un po' di compagnia.

Alberto: Quindi per me non è un problema. Esattamente. Ok, Sara, allora passiamo alla prossima domanda legata alla città in cui sei nata. Volevo chiederti qual è il ricordo più bello legato alla tua città natale? Se hai qualche ricordo specifico a cui sei affezionata. Facci un po' sapere.

Sara: Ricordo legato alla mia città Natale, visto che abbiamo parlato di cibo, mi viene in mente il periodo in cui quando ero piccola si mangiava, per esempio la domenica, si mangiava negli agriturismi tipici sardi. Per chi non sa cosa sono gli agriturismi, sono dei ristoranti tipici delle aziende agricole, possiamo dire. E spesso hanno, oltre il ristorante, un ristorante rurale, possiamo dire, hanno anche una fattoria o comunque degli animali compresi nell'agriturismo, almeno questo è tipico sardo. Direi, quindi, quando si pranzava o si faceva una cena negli agriturismi tipici sardi. Si mangiava, si iniziava ad una certa ora. Per esempio, adesso parliamo, l’una, l’una del pomeriggio, e non c'era mai una data, un orario prefissato della fine del pranzo. Questa cosa, secondo me, è molto particolare. È una cosa che mi è rimasta impressa, un ricordo molto bello. Quindi, quando si mangiava tutti insieme in famiglia, la domenica o durante le feste, per esempio Natale, Pasqua, qualsiasi festa, ma anche semplicemente una domenica, si mangiava tutti insieme. Poi la parte più bella, per chi mi conosce lo sa che sono un amante degli animali, è la parte in cui si usciva tutti insieme o comunque insieme ai cugini, a vedere gli animali, ad accarezzarli, a stare un po' a contatto con la natura e con gli animali. Quindi, questo è un ricordo molto bello. Solitamente, in Sardegna, si trovano agriturismi con animali, per esempio gli asinelli, cavalli, le caprette, tantissimi animali tipici dalla fattoria. Questo è un ricordo molto bello che è legato al cibo ma anche la natura e gli animali, è una cosa molto bella che mi è rimasta impressa.

Alberto: Fantastico. No, fantastico perché anch'io apprezzo molto queste cose, quindi mi fa piacere che questo sia uno dei tuoi ricordi più belli. Procediamo quindi, invece, spendendo la domanda un po' alla cultura italiana. Cosa ti piace di più della cultura italiana?

Sara: Eh, così divento ripetitivo però.

Alberto: Eh, lo so, lo so. Infatti puoi dare una risposta rapida e poi passiamo alla prossima. 

Sara: Allora…

Alberto: Perché immaginavo fosse il cibo o qualcosa del genere o queste cose. 

Sara: Sì, il cibo, il cibo. 

Alberto: La natura e il cibo. Però, ho detto, facciamola lo stesso magari… Apparivi con l'Impero Romano.

Sara: Allora, assolutamente il cibo. Infatti, è la cosa che più mi manca quando vado all'estero, quando vado fuori dall'Italia. Io sono un amante anche della conoscenza a provare nuovi cibi, però il cibo italiano è il cibo italiano ed è una delle cose che... Forse è la cosa che più mi manca in assoluto dell'Italia. Non potrei vivere senza la pasta, io. No, non potrei…

Alberto: Eh, sono d'accordo. Però, direi anche l'arte. L'arte è una cosa che non smette mai di stupirmi. Quindi, tutto ciò che riguarda l'arte, la creatività… È qualcosa che mi affascina.

Alberto: Grandissima, no, grandissima. Vabbè, anch'io mi ripeterei molto perché… Purtroppo, come te, amo il cibo di tutto il mondo, però, cavolo, torno sempre a una bella pasta, specialmente poi quando trovi i sughi che preferisci, difficile vivere senza una bella pasta. Comunque, passiamo altri argomenti, come hai detto, sennò continuiamo a parlare di cibo per un'ora che non mi dispiacerebbe. Sara: Ah, neanche a me. 

Alberto: Allora, domandina lampo legata a dove ti piacerebbe vivere se tu potessi vivere in qualsiasi città italiana, quale sceglieresti e perché?

Sara: Allora, è difficile. Io adesso ho avuto modo di conoscere sia la Sardegna sia il Piemonte, quindi proverei ad escluderli per questa domanda, anche se sono due regioni molto, molto belle. Pensando un po' alla mia personalità, direi… Andrei verso la Toscana, perché come sappiamo tutti, la Toscana è una città ricca di storia, ricca di arte e anche di buon cibo. E, quindi, direi la Toscana, in particolare forse Firenze. Forse mi piacerebbe vivere a Firenze, ma va benissimo qualsiasi città in mezzo alla natura, dove si può avere anche contatto con la gastronomia del posto e stare un po' a contatto anche con le altre persone, le persone locali, per entrare nel vivo della regione.

Alberto: Della regione.

Sara: Quindi, direi Toscana.

Alberto: No, grandissima. E vabbè, la Toscana è una delle mie regioni preferite anche quindi...

Sara: Sì, anche tra le mie preferite. 

Alberto: Non per niente… Non per niente è una delle regioni più visitate al mondo, quindi ci sta. 

Sara: Esatto. 

Alberto: Risposta accettata. 

Sara: E meno male. 

Alberto: E ragazzi prima... Assolutamente sì, approvata. Ma ragazzi prima di continuare vi ricordo anche della riapertura di Italiano Per la Vita che è l'8 settembre, me lo sono insegnato qui, sennò mi dimenticavo, ma… Italiano Per la Vita è la nostra piattaforma, come sapete, dove abbiamo tantissime risorse, episodi, insegnanti come Sara da varie regioni… Tantissimo, ragazzi, veramente. La lista d'attesa è in descrizione. Riapriamo, quindi, a settembre, tra pochissimo. Noi vi aspettiamo e continuiamo con l’intervista per Sara, per scoprire Sara, per capire Sara, per vedere chi è Sara. Allora ragazzi, passiamo un'altra, anzi dai, perché sennò ci ripetiamo. Un'altra domanda, salto una domanda. Sara ha molto da offrire anche in relazione ad argomenti proprio più anche di come migliorarsi, come fare le cose meglio, anche nell'apprendimento, eccetera. Quindi, vorrei approfittare della sua saggezza facendole domande anche in questa direzione. Quindi, quella di adesso è: come mantenere la motivazione alta durante lo studio dell'italiano? Sentiamo che pareri ha Sara a riguardo.

Sara: Allora qui ci vuole una risposta un po' più articolata. Secondo me, per mantenere alta la motivazione durante lo studio dell'italiano, ma in generale di qualsiasi cosa, adesso ci concentriamo più sull'italiano, credo che sia importante prima di tutto avere chiaro l'obiettivo, cioè dove si vuole arrivare, a quale livello si vuole arrivare, perché questo, poi, permetterà di impostare tutta l'attività da fare giorno per giorno fino ad arrivare a quel momento, all'obiettivo per poterlo raggiungere. Quindi, innanzitutto porsi degli obiettivi. Poi direi la varietà, la varietà dei materiali. Scegliere diversi tipi di materiali, come per esempio, un podcast particolare di qualcosa che interessa, di piacevole. Ovviamente è importante che sia qualcosa di interessante, che sia piacevole, perché sennò si va incontro ad una noia mortale ed è quello che vogliamo evitare, che poi si abbassa totalmente la motivazione, quindi, quello da evitare. Bisogna, invece, trovare dei materiali interessanti e piacevoli, quindi, come dicevo prima dei podcast piacevoli oppure della musica che si ascolta anche normalmente. Quindi, se una persona ascolta musica pop nella lingua madre, per esempio, può provare ad ascoltare la musica pop in italiano. Potrebbe essere una soluzione, un modo per mantenere un po' questa varietà di materiali. Ma ci sono tantissimi esempi che si possono fare, però, per non cadere in quella noia, quella monotonia, diremmo anche in italiano, è importante scegliere diversi tipi di materiali e, forse direi, anche scegliere, per esempio, tre, quattro tipi di materiali e ascoltarli durante magari una settimana nei tempi morti, così da avere più chiaro anche ascoltando un determinato materiale. Quindi, la ripetizione è anche una cosa molto importante. Però, aggiungerei anche una cosa fondamentale che, secondo me, è molto sottovalutata, che è la celebrazione dei successi. È una cosa che, secondo me, cambia totalmente il proprio percorso, perché ogni piccola cosa, ogni piccolo obiettivo, secondo me bisogna celebrarlo. E quindi, per esempio, se si fa un passo per imparare l'italiano, per esempio, si frequenta una lezione di gruppo, il semplice fatto che si partecipa, va celebrato, secondo me. Quindi, questo poi porta a sempre più azioni da fare nel proprio percorso fino ad arrivare a quello che si vuole raggiungere. E poi, direi anche la condivisione. Condividere il proprio percorso con altre persone, secondo me, è un'altra delle cose che tiene alta la motivazione dell'apprendimento di una lingua, in particolare adesso dell'italiano. Quindi, ricapitolando direi: obiettivo, varietà dei materiali con la ripetizione, poi la celebrazione e la condivisione con altre persone.

Alberto: No, grandissima Sara. Vabbè, si parte sempre, concordo, dagli obiettivi, poi come hai detto tu, la condivisione, la celebrazione. Quindi, soprattutto è importante quello che hai detto della celebrazione perché ho visto anche io tanti studenti in Italiano Per la Vita che, appunto, hanno quella paura di fare la prima lezione di gruppo e poi la fanno. Però, magari, ovviamente, c'è stata comunque la paura in quella prima lezione, no? Però devi celebrarlo, perché la prima volta è la più difficile, poi la seconda ancora un po' difficile, ma meno. Poi la terza cominci a prenderci gusto, poi la quarta rimane quella paurina ma cominci a dire: “Ci prendo sempre più gusto” ed è così. Quindi, importantissimo per non fermarsi alla prima volta, che è la più difficile, è celebrare e dire: “Cavolo, hai fatto una cosa… cioè già averlo fatto è un successo.” E magari chiederei a Sara di condividere anche direttamente la sua esperienza, perché lei, essendo una persona come me che tende a essere introversa, era molto emozionata nel fare la prima sua lezione di gruppo come insegnante. Dì come tu hai affrontato questa cosa e come l'hai superata. Secondo me, può aiutare molti studenti, magari, che invece dall'altro lato pensano: “Ho paura di farla, tutti mi guarderanno, mi giudicheranno” cioè aiutali a sbloccarsi, dai qualche consiglio per chi si trova in questa situazione ed è in Italiano Per la Vita ora, vuole fare una lezione di gruppo e magari ne ha fatta una poi ha mollato perché aveva paura o ancora non ha fatto la prima. Dacci un po' di consigli.

Sara: Bisogna partire dal presupposto che tutte le persone che fanno qualcosa di nuovo per la prima volta hanno sempre un po' paura e che, però, una volta che si fa quel passo, cambia totalmente la situazione. Arrivi anche a pensare: “Ma perché ho avuto paura? Perché mi faceva così tanta paura? Perché non l'ho fatto prima?” E quindi, è un po' una fregatura della nostra mente che fa per proteggerci. E quindi, io direi come consiglio di fare proprio quello che ti fa paura perché è proprio uscire dalla propria zona di comfort è quello che ti sbloccherà veramente e ti porterà tantissime cose belle. E lo si può vedere, infatti, anche dalla mia esperienza, come diceva Albi. Se io non avessi provato, non avrei conosciuto tantissime persone, non avrei avuto l'opportunità di fare questa intervista con Albi, con il signor Albi, non avrei avuto tantissime opportunità e quindi direi, fai quello che ti spaventa perché quello che ti aspetta è soltanto il bello. Se succedono cose spiacevoli non importa, si risolvono, si superano. Alla fine la vita è questo, no? Ci sono cose belle, ci sono cose brutte e tutto si affronta e tutto succede per una ragione, è una cosa che io dico molto spesso. Tutto accade per un motivo, soltanto che sul momento è difficile da da accettare, da capire, però, tutti i pezzi piano piano con il tempo si collegano, si mettono insieme. Quindi, direi di fare quello che ci spaventa perché non ha idea di quello che c'è dall'altra parte e c'è un mondo. Io mi immagino sempre, quando ci sono queste situazioni un po' di blocco, mi immagino una foresta nera, no? E tu per superare quella foresta nera devi entrare un po' nel buio della foresta. Però dall'altra parte magari trovi un paesaggio mozzafiato con una cascata meravigliosa, il verde della natura. Però non lo sai se non lo superi, se non passi in mezzo a quella foresta. Lo sai solo una volta che ci passi. Quindi, in italiano diremmo “buttarsi” un po' nelle situazioni che non si conoscono. È una cosa buona, anche se fare quello sforzo è molto difficile. Quindi direi questo.

Alberto: Assolutamente. No, assolutamente. Prima di tutto, grazie mille per questi consigli e questi pensieri che sono, secondo me, fantastici e super utili. Legato a questo ti volevo chiedere anche, perché so che sei una persona che legge e si dedica anche a migliorare se stessa in vari modi. Volevo chiederti che ruolo questo ha avuto nella tua vita, quanto è stato importante, la lettura, queste cose… Perché io ne parlo spesso, ma perché, veramente… Per me è stata una delle chiavi che mi ha fatto fare cose che probabilmente non avrei mai fatto. E per quello dico così tanto “è importante leggere”. Per me è diverso che ascoltare un podcast, è diverso che guardare un film, non so, c'è qualcosa di speciale nel prendere in mano un libro e tu con i tuoi occhi e la tua voce nella tua testa leggere, ti arriva il messaggio in un modo diverso. Volevo chiederti, dato che non te l'ho mai chiesto, quest'area, questo argomento, cosa pensi? Ti ha aiutato? In che modo? 

Sara: Allora…

Alberto: Queste cose, la lettura.

Sara: Allora, la lettura per me è stata una salvezza, ma preciso la lettura di libri di crescita personale. Io ho provato a leggere tantissimi libri durante tutta l'adolescenza e un po' durante tutta la vita fino ad oggi, ma i libri che preferisco in assoluto sono i libri di crescita personale perché diciamo che io adoro e amo. Una cosa che mi ispira proprio nella vita, è migliorare e crescere come persona in tutti i sensi. E soltanto così credo che si può dare anche un contributo migliore al mondo e alle altre persone, poterle aiutare nel migliore dei modi. Penso che la lettura sia fondamentale se una persona ha questo desiderio di crescere, crescere sotto ogni punto di vista. E non dico soltanto di crescita personale, ma dico in generale, perché entri in un altro mondo che, come hai detto anche tu, è inimitabile, leggere. Sei in un tuo mondo, dove ci sei soltanto tu, il libro, senti la tua voce interiore anche. È come se stessi parlando con un'altra persona che ha vissuto magari determinate situazioni e magari ti dà la risposta al problema. Quindi è un modo, secondo me, speciale per apprendere anche proprio spiritualmente. Quindi assolutamente sì, mi ha cambiato totalmente. Io prima ero una persona totalmente diversa da quella che sono adesso proprio perché ho avuto quelle informazioni che non avrei avuto da nessun'altra parte se non dai libri. Spesso una cosa che faccio ancora adesso quando c'è un problema o mi trovo di fronte a una situazione difficile, provo a cercare dei libri di persone che hanno vissuto lo stesso problema, la stessa situazione difficile. E questo mi dà diversi input, diverse soluzioni, pensare se questa cosa può andare bene anche a me oppure no. Comunque dà diverse soluzioni da valutare. E questo, secondo me, è molto importante un po' in tutti gli ambiti e quindi sì, assolutamente sì, è importantissima la lettura.

Alberto: No, Sara, tu hai detto cose eccezionali, ora che dico sempre, sono così semplici, ma chi non legge a volte non le capisce davvero…

Sara: Esatto. 

Alberto: …come le capisci facendolo, ma è esattamente quello che hai detto. Quindi ragazzi, ci tenevo a chiedere questo a Sara perché ho notato in lei... Quanti anni hai, Sara? Che mi dimentico sempre.

Sara: Non l'ho detto, non ho fatto una piccola presentazione.

Alberto: Eh, nfatti, quanti anni hai?

Sara: Io ho quasi 24 anni, faccio 24 anni il 3 di settembre.

Alberto: Uh, vecchissima. Grande, grande. Quindi 24, ok. 

Sara: Quasi 24, sì. 

Alberto: Quasi 24. Ecco ragazzi, cioè, quello che mi ha stupito è la maturità di Sara, considerando la sua età, nel senso che ho notato, ed è per quello che ho fatto questa domanda oggi, perché ho notato nel suo modo di risolvere i problemi, di affrontare le sfide, di lavorare, di pensare, di essere. Cioè era una persona diversa ma speciale e raramente succede senza sforzo. Ci sono quelle persone speciali che succede senza sforzo, non so, pochissime ma devono esserci, ma la maggior parte di quelle che incontro tendono ad essere persone che hanno messo uno sforzo nel migliorarsi e nell'avere quel tipo di maturità, nell'avere quel tipo di saggezza che ovviamente siamo all'inizio della nostra vita, cioè nel senso io ho 29 anni, Sara ne ha 24. Abbiamo tutto da imparare, non abbiamo ancora avuto figli, non abbiamo ancora... 

Sara: Esatto. 

Alberto: Cioè, penso che uno dei più grandi apprendimenti sia crescere dei figli, affrontare la morte di qualcuno a te caro. Cose di questo tipo, sono tra le cose più difficili da affrontare nella vita e si affrontano in vari momenti e ti fanno crescere ancora di più. Ma al di fuori di queste cose, ovviamente, che ognuno di noi deve passare a un certo punto e si passano eccetera, per ciò che ho visto in Sara finora è veramente una ragazza eccezionale. Quindi, questi pensieri che ha sono pensieri che condivido, assolutamente, specialmente legati alla lettura e al fatto che prima di noi sono… Diciamo, ci sono state nel mondo, sono passate in questo mondo, migliaia, milioni di persone che hanno lasciato il loro messaggio, le loro storie, le loro soluzioni. Ed è per quello che io e Sara, come vedete qua dietro la mia libreria, sempre piena di libri, era vuota, l'ho già riempita quasi, ma perché? Perché sono pieno di problemi, sono pieno di problemi come ogni essere umano. L'unica differenza è che cerco le soluzioni anche nei libri perché ho trovato, come Sara ha trovato, che ti danno tante possibilità di accelerare la soluzione in varie situazioni della vita e questo aiuta veramente molto. Perché che senso ha reinventare la ruota in tutto? Dobbiamo già reinventare la ruota in tante cose, in tante situazioni, ma se in alcune possiamo avere magari un amico, anche se non c'è più nel mondo, ma che ha lasciato le sue parole, che ci dà una soluzione, perché non usarle? Quindi no, grazie Sara per avere approfondito.

Sara: E a volte possono darci anche un aiuto, un supporto. Anche una persona magari che non c'è più ma ha lasciato delle sue parole o magari ha scritto qualcosa prima di andare via. Penso che le sue parole possano essere molto d'aiuto anche per superare momenti difficili, pensare magari quella persona aveva detto questa cosa, quindi mi può essere d'aiuto. Magari anche solo una parola chiave può essere molto d'aiuto per andare avanti.

Alberto: Concordo al 100%, ed è per questo che Sara è così incredibile. Detto ciò, ragazzi… allora, Sara, passiamo alle ultime due domandine, una che ti chiedo è legata alle altre aree della tua vita. Quali sono i tuoi hobby e come influenzano la tua vita quotidiana? Se hai degli hobby.

Sara: Allora…

Alberto: Se hai un hobby.

Sara: Certo. Tanti, tantissimi. Non mi basterebbe un video per descriverli tutti. Sono una persona molto creativa, sempre alla ricerca di passioni, no? Qualcosa da imparare. Però direi sempre la lettura. La lettura è una delle mie passioni più grandi, ma ripeto, lettura di libri di crescita personale, per lo stesso motivo prima. Poi aggiungerei la meditazione. La meditazione è una delle cose, anche insieme alla lettura, che mi ha aiutato in tutte le aree della mia vita e a migliorarmi. Influenza la mia vita tutti i giorni perché io mi alzo la mattina e la prima cosa che faccio è la mia meditazione. Quindi, dipende dalla giornata, 5, 10 minuti, a volte quando non ho nulla in particolare da fare, anche 30 minuti. E quindi, la meditazione, assolutamente, è una delle mie passioni i più grandi, se possiamo dire così. E poi la lettura… Non riesco a leggere sempre tutti i giorni, però in genere leggo la sera. Leggo la sera prima di andare a dormire. Dedico un'oretta, circa un'ora, due ore, in base alla stanchezza del giorno. Quindi principalmente direi queste due passioni.

Alberto: Ti chiedo un approfondimento su… Curiosità mia. 

Sara: Certo. 

Alberto: La meditazione, immagino tu abbia iniziato a farla per problemi un po' di stress, ansia…

Sara: Ansia.

Alberto: …rilassarti di più, vivere un po' più nel momento, questo tipo di cose. Ma ti chiedo, la fai cosa? Ti concentri sulla respirazione? Che tipo è?

Sara: Allora, il tipo di meditazione che faccio io dipende un po' dalla giornata, nel senso che a volte faccio la meditazione guidata, quindi basta cercare su YouTube una meditazione guidata e ti guidano proprio in ciò che devi fare. Quindi sedersi in una posizione comoda e ascoltare la voce. In genere, si chiudono gli occhi e ti fa pensare un po' di cose e soprattutto ti aiuta a rimanere focalizzato sul presente. È una cosa fondamentale perché spesso siamo concentrati sulle cose che sono già successe, quindi sul passato, oppure stiamo già pensando a cosa fare in futuro. Invece, è importante dedicarsi al presente, a pensare a quello che si fa. Si dice pensare nel qui ed ora. Spesso faccio le meditazioni guidate quando ho alcuni pensieri un po' così, sono un po' stressata. All'inizio, soprattutto, era difficile rimanere concentrata e rimanere focalizzata sull'ascolto senza pensare. Però con la costanza, che è importantissima, si arriva poi alla meditazione senza essere guidata, quindi sentire una musica con delle frequenze particolari e ogni frequenza ha delle energie differenti. Ci sono le frequenze che sono più legate all'abbondanza, per esempio, abbondanza in tutti i sensi, oppure più legati all'amore. Dipende anche molto da quello che una persona ricerca in quel momento. Quindi, ascolto, sì, ascolto questa musica sotto la frequenza e poi cerco di stare ferma in una posizione comoda in silenzio. Ovviamente è importante il posto tranquillo senza rumori e poi mi concentro solo sul respiro. Sì, principalmente sul respiro.

Alberto: Fantastico. No, fantastico. Ti chiedevo perché anch'io ho provato tante cose negli ultimi 13 anni. Poi la meditazione per me non è mai rimasta come abitudine fissa per il lungo termine, però ecco, va e viene. So che ti rilassi mentre lo fai, ho provato anche io vari modi di respirazione, eccetera.

Sara: È molto d’aiuto, soprattutto per i momenti di ansia, di paura, di angoscia, un po'. Secondo me fare un po' di meditazione anche prima di iniziare una lezione di gruppo o fare qualcosa che ci spaventa, aiuta moltissimo perché ti fa rimanere focalizzata. Ti aiuta soprattutto a pensare che tutto andrà bene, se non andrà bene, ci sarà un modo per risolverlo.

Alberto: Fantastico, no… Grandissima. Visto che menzioni le lezioni di gruppo, concludiamo con l'ultima domanda che è proprio legata a questo. Qual è la lezione più importante che hai imparato dai tuoi studenti durante le lezioni di gruppo in Italiano Per la Vita? Quali lezioni hai imparato già o che ti hanno passato? Perché so che parli con studenti da tutto il mondo, di vari Paesi, varie età. Molti sono sopra i 50 anni quindi hanno esperienze di vita veramente ampie e hanno già vissuto molto, quindi sarei curioso di sapere cosa ti è rimasto in mente.

Sara: Le lezioni che ho imparato dai miei studenti, dagli studenti di Italiano Per la Vita, sono tantissime e non basterebbe, ripeto, un video per dirle, perché ogni giorno si impara qualcosa di nuovo. Durante ogni lezione c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare ed è una delle cose che più apprezzo di fare le lezioni di gruppo. Però, credo che una lezione più importante, secondo me, è quella di capire che non sono semplicemente delle lezioni di “io ti insegno e tu apprendi, tu capisci”. È proprio una questione di conoscersi, chiacchierare, parlare e nel frattempo si parla e si impara una nuova lingua. Quindi, direi che questa è una delle lezioni più importanti, cioè il fatto di conoscersi tutti insieme mentre si fa qualcosa di bello che è, appunto, l'apprendimento di una lingua. Ma direi anche la costanza nel fare le cose e la curiosità. Metterci curiosità in tutto è una cosa che mi ha affascinato tantissimo da parte di tutti gli studenti. Devo dire che tutti sono molto curiosi, ma anche costanti. Vogliono a tutti i costi imparare questa lingua. E anche direi, il rispetto che c'è tra tutte le persone, non è una cosa scontata che tutti si rispettino, tutti cercano di trovare un modo per aiutarsi, per andare d’accordo. E questo permette di creare anche un'atmosfera molto piacevole e quindi, ritornando anche alla domanda di prima, ad essere più motivati nel fare le cose. Quindi sono tantissime le lezioni che si imparano tutti i giorni durante le lezioni di gruppo, però forse queste racchiudono un po' tutto.

Alberto: Grandissima, mi piace specialmente che hai menzionato il rispetto, un po' l'atmosfera che si crea tra gli studenti, perché secondo me quella è la cosa un po' più speciale. Comunque, avere magari a lezione... Non so, dimmi che i Paesi ti sono capitati a lezione?

Sara: Ah, tutto il mondo. C’è tanto Brasile, c'è tanta Argentina, ma anche Francia, Spagna, Germania anche. Alcuni vivono anche in Italia, per esempio, alcuni si proprio trasferiti in Italia. Sì, devo dire un po' da tutto il mondo. Il fatto che ci sia questo rispetto non è una cosa scontata, secondo me. E questo, ovviamente, poi crea quell'atmosfera piacevole che dicevo prima, che influenza anche, ci si influenza tutti un po' a vicenda, no? Quando c'è questa atmosfera piacevole, si è anche più propensi a parlare in modo più tranquillo, più sereno.

Alberto: Ad aprirsi.

Sara: Più sereno, esatto, essere più tranquilli tutti quanti, anche perché molti magari iniziano o sono le prime lezioni e non è facile già di per sé fare qualcosa per la prima volta. Quindi, se si trovano di fronte anche da una situazione, ad una lezione piacevole, serena, tutti stiamo bene. Passiamo quell'ora di serenità, di tranquillità che tutti abbiamo un po' bisogno di avere questo momento di tranquillità. Di problemi ce ne sono già abbastanza nel mondo e non dobbiamo crearcene altri.

Alberto: Mamma mia, Sara, mi è piaciuto un casino, come l'hai chiamata, un'ora di serenità, possiamo chiamarla “l'ora di serenità con Sara”.

Sara: Sì, una sorta di terapia, no?

Alberto: No, ma rende molto bene l'atmosfera che crei perché la tua personalità, poi anche Iraida e tutti gli altri, ma la tua voce è molto delicata, quindi crei un'atmosfera sicuramente molto piacevole. Serena, è la parola giusta, secondo me, per descriverla.

Sara: Esatto. 

Alberto: E niente, ne approfitto per ringraziarti nuovamente per tutto quello che stai facendo per Italiano Per la Vita, con noi, il modo in cui tratti di studenti, il modo in cui ci aiuti nella creazione dei contenuti e nel rendere ciò che è Italiano Per La Vita. Questa cosa è speciale ma che non sarebbe possibile senza di voi. Quindi te lo dico spesso ma ci tenevo a dirtelo anche pubblicamente perché veramente sei molto speciale e si vede in tutto ciò, ciò che fai. Quindi, prima di concludere volevo semplicemente chiederti se volevi dire qualcosa prima di salutarci e poi per oggi è tutto.

Sara: Allora sì, io invece volevo ringraziare te Albi, il signor Albi, perché lui fa sempre i complimenti a tutti, ma anche lui è una persona veramente fantastica e quindi merita anche lui i complimenti per tutto quello che fa, perché è veramente una persona speciale. E quindi ci tenevo a precisare questa cosa. E poi ovviamente voglio ringraziare anche tutti gli studenti per il loro impegno, come sempre. Io lo dico sempre a lezione: "Il loro impegno… Il vostro impegno è importantissimo e va valorizzato”. È una cosa fondamentale per me. Come dicevamo prima, i successi vanno celebrati e quindi anche le piccole cose che si fanno vanno celebrate. E quindi, vi voglio ringraziare tutti quanti e ricordarvi di non mollare e di mantenere appunto la costanza in tutto quello che fate, soprattutto adesso nell'apprendimento dell'italiano.

Alberto: Grandissima, Sara. Ti faccio un applauso da lontano. Basso, sennò poi fa male alle orecchie. 

Sara: Esatto. 

Alberto: No, ma Sara, grazie veramente anche per quello che hai detto alla fine, anche di incoraggiare gli studenti sempre. No, grazie di cuore veramente per tutto. Quindi ragazzi, si conclude il video di oggi dove vi abbiamo presentato senza presentarvelo, perché sapete come facciamo questi video, si chiama “Vi presento l'accento sardo”attraverso la voce di Sara, ovviamente, non siamo stati qui a parlare…

Sara: Sarebbe interessante capire se si sente veramente questo accento sardo oppure no.

Alberto: Esatto. E ragazzi, vi dico la verità, dopo che mi ha detto che era della Sardegna, ho cominciato a notare che parlava come altre persone che io conoscevo della Sardegna, però solo dopo che me l'aveva detto. 

Sara: Ah, dopo!

Alberto: Perché prima pensavo... Diciamo che Piemonte e Sardegna non sono fortissimi come accenti, non è come magari qualcuno di Roma, di Napoli, Toscana, cioè lì diciamo che li becchi quasi subito. Dici: “Questo la Toscana o questo…” O anche Brescia, perché noi a Brescia parliamo un po' più così, diciamo, è un po' più così. Io l'ho persa un po' quella parlata perché, ovviamente, sto in contatto con lingue da tanto tempo e tutto, e si sente molto meno. Ma guardando i video miei passati era tipo: “Eh pota, ragazzi…” È una cosa impressionante, mi fa paura. Comunque, supporto la domanda di Sara nel chiedervi se si è sentito questo accento sardo o se per voi è semplicemente una parlata pulita italiana o no. 

Sara: Esatto.

Alberto: Fatecelo sapere nei commenti. E niente Sara, vuoi dire altro?

Sara: No, no, questo è tutto.

Alberto: Tutto? Ok, allora io ti ringrazio ancora per la chiamata di oggi. E ragazzi vi mandiamo un abbraccione. Vi ricordiamo della riapertura di Italiano Per la Vita, ovviamente. Riapre tra poco la piattaforma. Io e Sara vi aspettiamo all'interno con una marea di contenuti e di attività dal vivo che non vediamo l'ora di fare insieme a voi, ok? 

Sara: Esatto. 

Alberto: Vi mando un abbraccione. Grazie Sara. 

Sara: Grazie a te, Albi. 

Alberto: Tanti baci a tutti e ciao ciao.

Sara: Ciao ciao. 

Alberto: Ciao ciao.

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