- Buongiorno carissimi. Sono qui oggi per un video molto speciale. Infatti sono venuto a Torino e ho preso l'occasione per incontrare un ragazzo che conosco da tempo, ma non dal vivo. Questo ragazzo è...
- Ciao, ciao a tutti.
- Ecco ragazzi, quindi sono qua con Davide, il fondatore di Podcast Italiano, che è un ragazzo che ammiro da tanto perché crea contenuti interessanti e si vede che dietro c'è passione, neh? E stavamo parlando di questo anche a pranzo. Quindi per Davide, che ha un'esperienza simile alla mia a livello di ciò che ci piace fare per aiutare chi impara l'italiano, ho preparato tre domandine e ce le ho scritte qua sul telefono quindi adesso comincerò dalla prima. Sei pronto, Davide?
- Non lo so, ma lo vedremo strada facendo.
- Esatto. No, è prontissimo, è prontissimo. Ha appena mangiato una piadina quindi è bello carico. Allora...
- Sempre pronto, nato pronto.
- Nato pronto.
- Vai.
- Siamo morti, neh? Faceva caldo, stiamo camminando da due ore, ma siamo carichi per voi, ok?
- Vai.
- Allora, la domanda numero uno per Davide è (domanda/racconto, domanda/racconto): parlaci, Davide, della tua esperienza col metodo tradizionale e perché non ti è piaciuto, e quindi poi hai intrapreso la strada che hai intrapreso.
- In realtà, Alberto, a me è piaciuto tantissimo. Io odio il metodo naturale. No dai, a parte gli scherzi, io un po' come tutti ho studiato lingue a scuola, ho iniziato col francese alle elementari, ho fatto l'inglese alle medie e alle superiori, ho studiato all'università lingue, traduzione. Quindi ho avuto un po' di esperienza col metodo tradizionale. Credo che abbia tanti problemi, tante, tante falle e... qual è la domanda?
- Perché, diciamo, non ti è piaciuto? E quindi cos'è che ti frustrava quando stavi imparando in quel modo...
- Cos'è che mi frustra?
- Che poi ti ha portato anche nel tuo percorso personale a imparare le lingue in un modo diverso?
- Ok, frustrazione numero uno: devi fare cose che non ti piacciono. Devi studiare la grammatica, devi seguire un libro. Quindi per quanto riguarda le attività in classe sei...
- Limitato.
- … dipendente, limitato. Dipendente da quello che ti vogliono insegnare. Numero due: sei in un gruppo, quindi sei con persone che… a cui non interessa imparare la lingua, che magari sono… non sono brave, quindi, come dire, magari tu vorresti fare di più ma sei sempre così limitato anche da quel punto di vista.
- Quindi i livelli diversi di ogni componente del gruppo anche.
- Esatto, quello è un problema che secondo me la scuola ha in tutte le materie. Però per le lingue, io ho sempre patito, sofferto questa cosa, che io magari… a me piaceva anche imparare l'inglese pur con tutti i problemi del sistema scolastico. A me comunque, a me piaceva abbastanza, non è che odiassi, forse come lo odiavi tu. Però comunque...
- Non lo odiavo, neh?
- Anche io ero frustrato, non è che lo odiavo.
- Eri frustrato.
- Ero frustrato anche io.
- Però comunque, come dire, non facevamo le cose velocemente, non, come dire, c'era sempre questa sensazione che… che mi rallentassero gli altri, quindi alla fine io imparavo più da solo guardando film, serie, video su YouTube, andando sui forum, quando si usavano i forum, e a scuola mi annoiavo poi perché ero molto più bravo degli altri. Sembra un po' una cosa da spaccone, da arrogante, non voglio sembrare arrogante. Però era...
- No, no, però sei onesto se questa è la ragione che ti ha portato a… a questa frustrazione, perché questa è una cosa nuova anche per me ragazzi, la sto scoprendo ora, di Davide, perché per me erano altre ragioni che hai menzionato, tipo la concentrazione troppo sulla grammatica, i limiti che erano tipo…
- Anche quello.
- … imparare in un quadrato, tipo quasi. Non potevi uscire da questo quadrato che ti mettevano. Memorizzazione di vocaboli in modo artificiale.
- Anche quello, ovviamente tutti quegli aspetti non funzionano tanto.
- Meccanici diciamo.
- Non funzionano tanto. Però non era l'unica frustrazione. Per me anche proprio il fatto di… che agli altri non interessasse la lingua, non...
- Quanto te.
- Esatto. C'era anche questa cosa che, una cosa stupida, non so se l'ho mai detta, però io avevo questa sorta di… di paranoia, che a me piace molto imitare gli accenti ed è una cosa che, anche qui sembrerò arrogante, quindi mi scuso, però mi riesce abbastanza bene imitare gli accenti. Però a scuola mi vergognavo a parlare, per esempio in inglese, con un accento da madrelingua perché dicevo: «Ah, mi giudicheranno, sembrerò un po' così, che voglio fare il figo».
- Il fighetto.
- Oh, I speak English with an American accent. Così. E quindi peggioravo il mio accento apposta, che è una cosa che mi dava fastidio. Perché il mio accento, ora ti dirò questa cosa, il mio accento era migliore di quello della mia insegnante.
- Wow.
- Della professoressa.
- Ora, sì sembra che me la sto...
- Salutiamo l'insegnante di Davide: ciao!
- Sembra che me la sto tirando, però insomma, l'idea che voglio far passare è che, come dire, ero limitato, mi sembrava poi di… di tirarmela a fare questo accento americano parlando, quando tutti parlavano con un accento maccheronico in italiano. E quindi, insomma, non mi piaceva per vari motivi.
- Ok, quindi da quello che ho capito, dalla risposta di Davide, ci sono varie ragioni che sono in comune con me, e una nuova ragione che per me non era questa la frustrazione, ma per lui anche, quindi questo, diciamo questa difficoltà nel fare le cose più velocemente, quelle che interessavano a lui, perché doveva adattarsi al gruppo in cui si trovava.
- Esatto, esattamente. Secondo me quello è il limite principale di imparare una lingua in un gruppo in qualsiasi contesto. Forse avevi una domanda anche su questo.
- A livello di una classe, sì. Sì, sì.
- Non vedo come superare questo problema, cioè secondo me ogni scuola, anche scuole di lingue, o comunque ogni contesto di apprendimento in gruppo ha questo enorme limite, per cui avrai persone di livelli diversi.
- Ha toccato Davide su un punto che è alla base di… di come creiamo noi i contenuti da anni, che è molto importante. Abbiamo sempre creduto che la gran parte dell'apprendimento è individuale. Cosa vuol dire? Ci dev'essere questo tempo che la persona passa da sola o quando fa altre cose durante la giornata, ascoltando la lingua. È per quello che Davide fa vari contenuti su argomenti diversi, interessanti, e anch'io da anni, per dare appunto questo materiale comprensibile, che uno può ascoltarsi da solo e si sceglie anche in base al livello che uno ha, la difficoltà che vuole, e questo è difficile da fare in una classe quando insegni a venti persone perché, diciamo, è l'insegnante che deve proporti in classe quello che ti insegna in quel momento, spesso.
- Certo, alla fine è sempre un compromesso, perché ci saranno persone che si annoiano perché sono brave e ci saranno persone che non capiscono niente. Ma diventa ancora più difficile quando tu hai un gruppo internazionale, che spesso è quello che succede nelle scuole di lingua, dove tante persone da vari Paesi vanno a imparare. Perché lì ti trovi non solo persone con livelli diversi, ma persone che hanno un, come dire, che parlano lingue diverse, hanno esperienze diverse con le lingue. Quindi...
- Motivazioni diverse.
- E quindi se tu hai un gruppo dove c'è una persona magari brasiliana, una finlandese, una russa…
- Russa, una cinese...
- Cioè, avranno difficoltà totalmente diverse, avranno esigenze diverse. La persona brasiliana capirà tutto grazie al (portoghese) brasiliano, la persona cinese farà più fatica. Quindi questa secondo me è la principale limitazione, il principale limite dei gruppi, di imparare in un gruppo, oltre ai materiali non efficaci, il metodo non efficace.
- Ragazzi, ho una domanda per Davide.
- Vai.
- Siamo nella pausa del video. Visto che Davide è di Torino, gli ho chiesto: «Davide, perché ami Torino»? Con la Mole di sfondo ovviamente, là dietro.
- Amo Torino… Ma sai, c'è questa cosa che dicono tutti i torinesi, e io non faccio eccezione, ovvero che Torino è una città sottovalutata. No? Noi amiamo ripetere questa cosa, che secondo me è vera. Nel senso, Torino è una città che ha tante bellezze, penso che tu possa confermare, questa è una delle tante, però è un po' sottovalutata. Il che può essere anche positivo perché, come dire, non è invasa dai turisti come altre città italiane.
- È invasa dai torinesi.
- È invasa...
- Ho visto oggi.
- Sì, oggi sì. Vabbè adesso anche perché… Però la cosa bella è che Torino d'estate, almeno in tempi non pandemici, è totalmente vuota, cioè si svuota, ad agosto non c'è nessuno. La gente che hai visto prima non c'è. Quindi è una bellissima città, ha tutte le cose belle dell'Italia, ma c'è meno folla. Questa è una cosa. E poi, non so, è un po' particolare come città, è un po' diversa dalle altre città italiane come architettura, come urbanistica secondo me. Non so, ha tante cose belle, tanti palazzi belli, tanti punti panoramici, arte, musei, buon cibo come in tutta Italia, ha un fiume, una collina. Quindi questi sono i motivi.
- E chi visita Torino cosa non si deve perdere?
- Cosa non si deve perdere?
- Secondo te.
- Beh, non so, è molto personale questo, però potrei consigliarvi magari di andare al Monte dei Cappuccini, dove adesso porterò Alberto. Da lì si apre una bellissima vista. Alberto attaccato dagli insetti!
- Attaccato da una mosca assassina.
- Una vista panoramica molto bella.
- Perfetto, perfetto. Grazie Davide, gentilissimo.
- Di nulla.
- Ma passiamo ora a qualcosa di interessante, che è il punto numero due. Allora, che l'hai toccato un po', quindi adesso la domanda due diciamo che Davide l'ha già risposta. Vi dico qual era: tanti pensano che un corso intensivo in Italia sia la chiave per migliorare, e qui chiedevo a Davide di spiegarci il suo modo di pensare riguardo… Ma, diciamo, l'abbiamo incluso nella domanda uno, quindi che...
- Io volevo che tu raccogliessi il mio assist per farmi la seconda domanda e non l'hai fatto.
- E invece adesso passiamo alla terza domanda.
- Passiamo subito alla terza.
- Andiamo alla terza, che nella prima c'è già stata la seconda. Qual è la più grande differenza, secondo te, nell’imparare naturalmente una lingua rispetto all’approccio tradizionale? Quindi la più grande differenza veramente, avendo insegnato per cinque anni anche tu attraverso contenuti su YouTube a migliaia di studenti nel mondo, qual è la cosa che dici: questa è la più grande differenza rispetto a… diciamo, all'approccio tradizionale e quello che è più naturale, quello che è un po' più stimolante, secondo te.
- Ma secondo me la più grande differenza è che sei indipendente. Cioè, non dipendi da un… come dire, un programma, non dipendi da persone. Puoi decidere tu come affrontare gli argomenti. Puoi anche decidere di non imparare la grammatica, non devi seguire un libro che ti dice come imparare in ordine gli argomenti grammaticali. Oppure puoi farlo se vuoi, ma insomma non… cioè decidi tu. Sei tu...
- Sei a carico del tuo apprendimento.
- Sì, sei l'artefice del tuo destino. Non devi seguire, non devi dipendere da un insegnante. E quindi sì, puoi decidere tu in base al tuo stile, in base al tuo stile di apprendimento, in base a cosa ti piace. Come dire, conosciamo tutti persone che imparano più la grammatica, chi non la impara per niente, chi usa le flashcards, chi non le usa, chi parla fin da subito, chi non parla. Puoi decidere tu tutte queste variabili, puoi fare come ti pare, puoi sperimentare. Mentre a scuola sei limitato.
- Non hai la libertà di farlo spesso. Questo sta cambiando perché alcuni insegnanti stanno aprendo un po' il loro modo di approcciare l'insegnamento. Noi siamo molto felici, ma quello che vediamo ancora spesso, nella maggior parte dei casi oggi, è questo approccio a: «Fai come ti dico io o non passi l'esame», «Fai come ti dico io, devi fare questo», anche nelle università. E tutto questo limita l'amore per una nuova lingua e crea quasi una frustrazione, un'ansia, una paura del dover fare cose costretto, sei costretto a farle, sei forzato a farle, spesso cose che non sono nemmeno efficaci. È quello che faceva arrabbiare a me.
- Esattamente, esattamente. Quindi se dovessi dare un consiglio alle persone che imparano una lingua a scuola, all'università, perché anche io mi sono ritrovato in quelle situazioni.
- Diciamolo che tu sei laureato in russo.
- Sì io, cioè ho studiato all'università.
- Quindi bisogna cercare, se siete in questa situazione, di prendere il meglio da queste situazioni, però ovviamente dovete lavorare da soli, ascoltare, immergervi nei contenuti, fare tutto questo da soli e poi cercare di prendere il meglio che vi può dare la scuola, di fare domande ai professori, di… non lo so, essere attivi in quel senso lì, sapendo che non basterà imparare a scuola, non basterà imparare all'università. Quindi prendere quello che c'è di buono, se c'è qualcosa di buono, ma ovviamente cercare di essere indipendenti quando poi lavorate a casa.
- Esatto. No, volevo ringraziare Davide per aver menzionato questa cosa dell’essere indipendenti, perché è molto importante. Alcuni la vedono in questo modo: «No ma io senza un insegnante non posso imparare». Perché dicono: «Se prendo l'insegnante lo faccio». Però quello è lo stesso approccio che spesso è fallimentare in altre aree, come quando uno in palestra va e dice: «Prendo un personal trainer, se no non lo faccio». Che è una cosa che può aiutare, ma bisogna risolvere un problema alla base di questo, che è prendere la responsabilità per il proprio progresso in un'area, no? Ed è per questo che vediamo una grande tendenza di chi capisce il metodo naturale, lo apprezza, e inizia da solo ad ascoltare audio, scegliere video, a trovare libri, canzoni. Perché parte con la mentalità di dire: «Adesso l'apprendimento è nelle mie mani». Non è come mio papà una volta mi ha detto: «Albi, se trovi...», perché lui sa che a me piacciono le lingue, mi fa: «Ti pago quello che vuoi se mi insegni l'inglese». Gli ho detto: «Mi spiace, allora non pagarmi mai, perché io non posso insegnarti l'inglese. Io posso dirti, darti una guida, darti dei consigli». Che è quello che facciamo io e Davide in vari video. Vi diamo dei consigli e dei materiali, poi l'apprendimento passa nelle vostre mani. È bello avere una guida, è bello avere un personal trainer, ma le flessioni le dovete fare voi, l'ascolto la stessa cosa.
- Certo, certo.
- È molto importante.
- Sì, è quello che dico sempre, non limitatevi ai nostri canali, no? Cioè, i nostri canali sono un punto di partenza, oppure un ponte che vi può aiutare quando non siete più principianti ma avete già un livello intermedio, volete migliorare. Però i nostri canali saranno l'1% del mondo che dovete esplorare. Però rimanete sui nostri canali, eh!
- Esatto! Non è un invito a scappare.
- Non andate via, non andate via, però non siate dipendenti da noi.
- Esatto, infatti il nostro obiettivo secondo me è quello di darvi le conoscenze. È quello che ho sempre anche detto: mi piace passare le conoscenze di come imparare una lingua, perché da quel momento siete voi i padroni del vostro apprendimento. E poi se in quel momento dite: «Ah, continuo ad ascoltare i tuoi contenuti perché mi piacciono e sto applicando il metodo, usando i tuoi materiali». Fantastico, quello è il nostro compito, darvi materiali interessanti, continuare a creare risorse utili, con sottotitoli comprensibili come può essere questo video. Ma poi è bello vedervi che ci scrivete: «Ah, ho capito adesso come si impara una lingua, ho trovato venti canzoni, sto stampando i testi, sto guardando questa serie in italiano, andrò a Roma il mese prossimo, ho un amico con cui sto parlando». Insomma, tutte queste cose fanno parte dell'apprendimento. E quindi no, Davide complimenti per questa cosa che hai detto della più grande differenza perché concordo pienamente. E allora, prima di concludere direi che adesso Davide vi fa vedere un attimo la nostra situazione e poi vi dirà… Fai vedere.
- Ok, facciamo vedere… dove ci troviamo,
- In mezzo alla rotonda.
- Il rumore del traffico che avete sentito finora deriva da questa situazione.
- Da queste belle macchine del sabato pomeriggio di Torino.
- Ma non ci importa.
- Non ci importa.
- È italiano naturale, quindi scusate i rumori di sottofondo, ma usatelo un po' come pratica.
- Ma anche imparare coi rumori può essere interessante, no?
- Esatto, esatto.
- È un po' più difficile, ti mette alla prova.
- Esatto, concordo pienamente. E poi, prima di concludere, chiedo a Davide di… diciamo, se qualcuno vuole trovare materiali tuoi, eccetera, dove ti trovano?
- Mi trovano sul mio canale YouTube e sul mio podcast.
- Che si chiama?
- Podcast Italiano.
- Facile da ricordare.
- Anche su YouTube è Podcast Italiano. So che è un po' strano, però non fate domande. Podcast Italiano ovunque.
- Io so il perché. Praticamente Davide aveva iniziato col podcast e ha detto: «Ho chiamato Podcast Italiano, portiamolo su YouTube», e ovviamente fa i contenuti di alta qualità, quindi anche su YouTube è stato apprezzato, e ha continuato tenendo il nome originale, giusto?
- Esattamente, esattamente. Quindi...
- Questa è la ragione.
- Se volete, potete trovare il video che stiamo facendo oggi qui per le strade di Torino io e Alberto.
- Esatto.
- Non facciamo spoiler.
- Esatto, esatto. Allora ragazzi, ci vediamo presto. Ringrazio Davide ancora una volta.
- Ma figurati, grazie a te.
- E vi auguriamo una bellissima giornata. E vi invitiamo, applicando il metodo naturale, di ascoltare il video più volte, giusto?
- Esattamente, dieci volte come minimo.
- Dieci, venti....
- Se siamo simpatici, trenta. Se siamo antipatici, due dai. Due, almeno due.