- Buongiorno carissimi, sono qua con la nonna. Ciao nonna.
- Adesso cominciamo.
- Cominciamo.
- Comincia!
- Comincio, comincio, vai. Come stai?
- Sto bene.
- Ecco.
- Grazie, io sto bene adesso.
- Allora, sono qui con la nonna di ormai 88 anni.
- 88 anni.
- In formissima, carichissima.
- Sì, sì.
- Tanto che ci siamo qui tutti.
- Ecco.
- Ragazzi, allora, era da un po' di tempo che non facevo un video con la nonna. Allora ho detto: «Faccio 10 domande strane alla nonna». Preparati perché sono strane.
- Va bene. Va bene, se so rispondere ti rispondo, altrimenti faccio a meno.
- Va bene.
- Allora, le leggerò ovviamente. Allora, cominciamo dalla domanda numero uno...
- Va bene.
- … alla nonna: pensi di essere testarda?
- Mah, un po' sì. Le donne di solito sono un po' più testarde degli uomini. Eh?
- Quindi?
- Sì, un po' sì.
- Testarda?
- Un po' sì.
- Ok, confermo. Infatti quello che ho pensato quando ho fatto la domanda è: la nonna è testarda. Volevo vedere se dicevi la verità.
- Sì, sì, un po'. Non troppo, perché bisogna essere ragionevoli. Ma un po' testarda sì.
- Eh sì, sì. Sì.
- Ecco.
- Ok, quindi è testarda. La domanda numero due è: perché da quando sono nato mi chiedi di controllare se la fontana è chiusa, se la porta è chiusa, se il gas è spento?
- Perché succedono tante cose. Bisogna essere prudenti, guardare, riflettere. Ecco. Per eliminare un po' di cose brutte che succedono. Guarda quante cose col gas, succedono delle cose che… Ecco.
- Ma perché tipo, anche per esempio la fontana, anche se non la apri da una settimana, mi dicevi: «Controlla se è chiusa».
- Eh, perché devi far uscire tutta l'acqua che ne abbiamo poca?!
- Eh, ma…
- Se andiamo avanti così, vedrai l'acqua come diminuirà. E dopo allora è un'altra cosa, è un'altra faccenda dopo. Dopo la chiuderete quando la aprirete.
- No, ma me lo chiedevi anche se non avevo mai toccato la fontana.
- Eh beh, perché ce l'avevo… glielo dicevo al tuo papà o alla tua mamma, lo dico anche a te. Controllate un pochino le cose, che succedono meno.
- Quindi il concetto è la prudenza.
- La prudenza. Anche il gas, quante cose succedono perché lasciano aperto il gas, fanno qualcosa...
- È vero, è vero, infatti.
- Ecco. Allora abbiate anche… non solo girare e andare. Guardate un po' e controllate.
- Ok, infatti adesso io lo dico a Isa: «Controlla il gas».
- Ecco, sì.
- «Controlla... »
- Eh, c'è sempre da controllare.
- Perfetto, perfetto, ok. Questo… questa era una domanda un po' ovvia, però volevo la conferma.
- Ecco.
- Tre: pensi davvero che lo zucchero ti faccia bene o lo dici solo per tentarmi quando voglio il caffè senza?
- Mah, io lo so che lo zucchero non fa proprio bene. Però io l'ho sempre mangiato, l'ho sempre… e sono sempre stata bene. Non posso dirti: «Lo zucchero a me ha fatto male».
- Eh, no però… quindi mi vuoi tentare quando io ti dico: «No, grazie. Senza zucchero»?
- Ma perché non lo bevi un po' più dolce? Un pochino. Ma non è… io fin da piccola ho sempre messo lo zucchero. Vedi che ho l'età allora? E non ho mai avuto…
- Problemi...
- Problemi per lo zucchero.
- Ok, quindi… quindi è perché vuoi rendere il mio caffè più dolce.
- Un po' più dolce, ecco.
- Non è per tentarmi?
- No, no.
- Appena appena un po' dolcino, così ecco, di non berlo proprio amaro, bah! Non mi piacerebbe. Però tu puoi fare quello che hai voglia.
- Eh no, ma quando sei lì non mi sembra.
- Eh sì.
- Mi dici: «Metti lo zucchero!»
- Metti un po' zucchero che sono cresciuta io sempre!
- Eh, mi costringi quasi.
- E poi... certo. Ti arrabbi?
- Un pochino. Perché lo prendo io e non te.
- Ecco, quindi si arrabbia. Quindi, diciamo, è un ok. Vuole che il mio caffè sia più dolce, ma è un po'...
- Sì...
- … è un po' un ordine quasi.
- Un pochino dai.
- Ecco.
- Ecco. Va bene, allora lo accetto dai. Passiamo alla domanda numero… numero, numero quattro. Quanto è stato il massimo di ore di fila che hai fatto guardando la TV?
- Eh, la guardo tanto. Specialmente adesso che dobbiamo stare in casa.
- Il record?
- Ma no guarda, delle volte la accendo alle 11:00… aspetta, quando incomincia… sì. Dopo sai, fanno quella trasmissione lì di Forum, e poi c'è subito il telegiornale, guardo anche quello.
- Quindi?
- Poi basta, dopo la spengo.
- No, no, ma voglio sapere il massimo che hai fatto.
- Alle 11:00 comincia Forum, no? E finisco. Dopo finito quello c'è il telegiornale, poi la spengo dopo, secondo quello che c'è.
- No, ma non è… io ti vedo sempre tenerla accesa...
- Sì, io la tengo accesa...
- … fino alle 7:00 / 8:00.
- … perché mi fa anche compagnia.
- Eh allora, quant'è il record?
- Ecco, la tengo accesa. Ah sì, anche alle 18:00 / 19:00.
- Tutto il giorno?
- Tutto il giorno. Se non è accesa questa, è accesa quella della stanza da letto.
- Ecco, quindi il record sarà stato…
- Eh, essendo qui sola! Invece…
- Eh, ma non c'è niente di male, eh?
- No, lo so.
- Solo per sapere il record.
- No, lo so, ma si potrebbe anche spegnerla e accenderla. Ecco, per essere più…
- Ah, ma sì, ma se sei qui a guardarla.
- Sì, dopo la guardo qua, almeno sento qualcuno. Poi mi piace ascoltare la mia messa…
- Ecco.
- … il rosario. Così continuo, ecco.
- Quindi dalle 11:00 alle 20:00?
- No, adesso no. Lì alle 15:00 / 15:30 io la spengo un pochino, perché esco in giardino un po'.
- Ah, ok.
- Ecco.
- E poi la riaccendi dalle...
- Dopo la riaccendo verso le 19:00, che incomincia Gerry Scotti.
- Ah, ok.
- Ecco, che fa...
- Quindi dai, di fila…
- E dopo guardo il telegiornale, o la sera se c'è qualche...
- Di fila cinque o sei ore, record.
- Sì, ecco.
- Ok, va bene.
- Sì, sì.
- Pensavo di più, pensavo…
- No, perché devo andare...
- Pensavo dalle 9:00 di mattina alle 20:00 di sera.
- No, no, certo. C'è la casa da pulire e tutto da fare, eh.
- Perfetto! Eh, non sono qui ogni giorno, magari… Non so cosa fai.
- C'è sempre da fare a pulire.
- Perfetto dai, allora un record che ci sta. Numero cinque: cosa pensi di tutte le lettere che hai ricevuto da studenti da tutto il mondo per il tuo compleanno?
- Sono stata contenta tanto, perché so che c'è tanta gente ancora che ama gli anziani.
- Bello.
- Mi hanno mandato gli auguri, e vedere che c'è ancora gente giovane che pensa agli anziani è la cosa più bella del mondo che c'è.
- Ok. Quindi il...
- Bambini e anziani non bisogna mai dimenticarsi.
- Quindi ti è piaciuto vedere che gli importa di... di una nonna?
- Ecco, come una nonna. Dopo tutte le persone. Perché ci sono anche quelli che mi hanno mandato che non erano né nonni, né giovani, ma è tutta brava gente che si ricorda degli anziani, ecco.
- Perfetto, perfetto. Ecco, perché per chi di voi non lo sa ragazzi, quest'anno ha ricevuto la nonna, mai era successo così, tipo… più di 50…
- Sì, da tutte le nazioni… sì, sì, sì.
- 50 lettere… 50 lettere…
- Tante, tante, ringrazio tutti se mi sentono.
- Esatto.
- Ci sono ancora anche i bravi ragazzi. Tanti ragazzi mi hanno mandato gli auguri.
- E ragazze. Bravi ragazzi e ragazze.
- Ragazzi e ragazze. Sì, i giovani. I giovani.
- I giovani, esatto. E ha ricevuto diciamo 50 lettere di auguri per il suo compleanno, un po' da tutto il mondo e da tanti membri di Italiano Per La Vita. Quindi era molto, molto felice. E niente, quindi questa è una cosa bella. Poi, numero sei: racconta di quella volta che l’addetto alle consegne ti aveva riconosciuto.
- Ah, sì.
- Eh, com'era stata?
- Eh, un giorno vado giù perché sento suonare. Corro giù dalle scale perché… apro e mi fa: «Ah, guarda la nonna!» E io non l'avevo riconosciuto, era uno dei ragazzi che mi scriveva e dopo l'ho visto molto volentieri proprio, ecco.
- Ma cos'hai pensato in quel momento?
- Al momento l'ho guardato e ho detto: «Mah, io non lo...» Ah, ma dopo mi ha detto: «Le avevo scritto». Allora l'ho riconosciuto subito. L'ho riconosciuto… ho pensato che fosse uno di quelli che mi hanno sentito parlare.
- Ma…
- Un bel giovanotto.
- Ma tipo, ti stava dando un pacco, no?
- Sì, sì.
- Ti stava dando un pacco e ha visto e ti ha detto...
- Mi ha detto subito: «Ma, nonna! È la nonna!». Sì, poi abbiamo parlato un pochino, ecco.
- E quindi eri contenta?
- Sì, sì molto, un bravo giovane. Si vedeva che era un bravo giovane.
- Perfetto, perfetto. Ecco, questo è successo due anni fa, quindi… Non so se l'avevo mai fatto raccontare alla nonna, ma è stato molto… mi ha sorpreso.
- È stata una cosa bella, perché vederlo qui…
- Sì.
- Non so neanche di che nazione era.
- Eh, non me l'avevi detto infatti, non mi ricordo.
- No, no.
- Perché io non ero qua a casa, mi aveva chiamato…
- Perché al momento sono rimasta così e…
- Eh infatti, mi aveva chiamato e mi ha detto: «Guarda che mi ha riconosciuto», mi ha detto: «Ciao Nonna».
- Eh, sì.
- Che aveva portato una consegna, e quindi insomma era divertente e simpatico.
- Ecco, sì.
- E poi, numero sette: dopo questi otto anni facendo i video, hai finalmente capito cos’è YouTube?
- No, non ho capito YouTube.
- Non hai ancora capito?
- No, io...
- YouTube, ti ricordi?
- Sì, cosa vuol dire.
- Quello che ti ho detto tante volte, YouTube…
- Eh...
- Eh, l'hai capito cos'è?
- No, non mi ricordo.
- Non ancora? Ok, allora te lo rispiego. YouTube è dove vanno i video su internet.
- Ah, ecco sì me l'hai detto.
- Dove ti vedono.
- Sì, sì.
- E hai capito cos'è invece Facebook?
- No.
- Neanche Facebook?
- No.
- Facebook è dove, tipo, puoi… anche lì vedere video e rimanere in contatto con i tuoi amici...
- Ah, ecco.
- … su internet.
- Anche quello è bello, sì.
- Perfetto.
- E hai capito invece cos'è Instagram?
- Ma tutte parole che sono un po' straniere per me.
- Ecco, Instagram…
- Mi devi parlare più…
- No, ma tranquilla, te le rispiego tante volte, non c'è problema. Instagram è dove ci sono, tipo, delle fotografie...
- Ah, ecco sì, sì, sì.
- Dei piccoli video, anche lì sul telefono.
- Sì, sì, sì.
- Ok? Preparati che a 89 o 90 anni te lo chiedo di nuovo.
- Eh, no. Eh va bene, va bene.
- Ma io guarda sono sempre pronta eh, quando mi chiama il Signore.
- Esatto.
- No, no. Ho detto: «Te lo chiedo di nuovo a 90 anni», non: «Ti chiama il Signore».
- Sì, non so. Quando c'è da...
- Come ti chiama il Signore?
- Eh, io vado.
- Il Signore, il Signore ti chiama a 100 anni, dai.
- Eh.
- Allora otto, otto. Domanda numero otto. È da quando hai 70 anni che mi dici che l’anno prossimo non ci sarai più, eppure sei ancora qui. Sembra che essere scaramantica funzioni.
- Non so, io ho sempre detto al Signore: «Io sono pronta. Se mi lasci con i miei qui ancora un po' io sono contenta. Se mi vuoi vengo».
- Ecco, ma quindi essere scaramantica porta fortuna?
- Certo, certo.
- Eh. Per chi di voi non sa cosa vuol dire, la scaramanzia è... un tipico esempio di tale credenza è: l'idea che dicendo qualcosa questa cosa non accadrà, o potrebbe accadere il contrario di ciò che si è detto. Per esempio, la nonna mi diceva sempre, è da 15 anni che me lo dice: «L'anno prossimo non ci sarò più». Vuol dire che è scaramantica. Lo dice, però succede il contrario.
- Ah, io sono contenta sì che mi lascia qui con i miei nipoti, con...
- Devi continuare a dirlo fino a 100 anni adesso.
- Sì. Fino a quando vuole Lui.
- Esatto.
- Ecco. Io sono sempre pronta.
- Perfetto. Quindi questa è un'altra domanda. Adesso, numero nove.
- È bello essere pronti a non far del male alla gente e vivere bene, voler bene a tutti. Sei tranquilla.
- Questa è una lezione di vita.
- Questo... sei proprio tranquilla. Fare del bene agli altri è la cosa più bella che c'è.
- Esatto, no infatti, infatti concordo. E legato a questa cosa, la domanda numero nove è: hai sempre riso o quando eri giovane eri più seria, antipatica? Sei sempre stata così?
- No, io con le amiche sono sempre stata allegra. Ho sempre vissuto con amiche brave, dalle suore, che tu lo sai, io ho vissuto tanto e io sono sempre stata allegra, sempre...
- Sempre riso.
- Fino a quando mio… ci sono di quelle cose di disgrazia. Allora ero triste.
- Certo.
- Ma poi dovevo dire: «È la volontà di Dio, basta». Bisogna lasciarlo andare eh, basta.
- Però hai sempre scherzato.
- Sì, sì, io sì. Con le ragazze sì.
- Perfetto, ecco.
- E ho sempre avuto amiche brave e buone.
- Buono, e quindi hai sempre riso e scherzato, bello.
- Sì, sì.
- Quando hai un'amicizia così, vivi bene.
- Perfetto.
- Dopo ho avuto i miei nipoti bravi, mio figlio bravo, mia nuora non parliamone neanche che è bravissima.
- Bravissima.
- E allora vivi bene.
- Certo.
- Cos'è che vuoi ancora di più dalla vita, no?
- Certo.
- Mi ha proprio sempre voluto bene Gesù.
- Bello. Bello, bello, bello.
- Nonna, ci siamo quasi. Adesso, domanda finale. Guardiamo.
- Poi c'è sempre da voler bene alla Madonna, che tu vivi bene.
- Giusto.
- Altro da dire prima della domanda numero dieci?
- No. Fai il bravo. Fai sempre il bravo e fai del bene agli altri. Se tu fai del bene agli altri, sei sempre tranquillo.
- Giusto, giusto.
- Bene.
- Quindi concludiamo adesso.
- Concludiamo.
- Ultima domanda. Pronta?
- Va benissimo.
- Carica?
- Sì.
- Preparati, ascolta bene.
- Sì, sì, da vecchia però. Da anziana.
- Allora, domanda numero dieci: cosa faresti se potessi fare qualsiasi cosa adesso?
- Aiutare i malati negli ospedali, che occorre gente. Vivere... se fossi giovane, essere giù a prendere quei bambini, che magari rimangono senza mamma, com'è successo con la seggiovia, eh. Ecco, lì. Consolare gli ammalati negli ospedali, vivere così, girando con la gente buona. Ecco, aiutare i poveri.
- Ok, quindi…
- Io, se fossi giovane, mi piacerebbe fare volontariato.
- Non se fossi giovane, se potessi fare qualsiasi cosa adesso.
- Adesso? Adesso cosa vuoi che faccia?
- No, ma se potessi fare…
- Sono gli altri che fanno per me.
- Ma stavi rispondendo giusto. Il senso è: se tu potessi fare qualsiasi cosa ora, che non hai limiti, cosa faresti? Queste cose?
- Ecco, aiuterei i poveri.
- Aiuteresti.
- Andrei a fare volontariato.
- Ok.
- Quindi volontariato, aiutare…
- Mi piacerebbe… Sì, volontariato verso… sai che occorre aiutare tanta gente adesso. Io mi metterei con loro perché, se fossi sola, voi siete tutti a posto, che faccio qui? Se me la sentissi, andrei ad aiutare gli altri. Perché tutti mi hanno sempre… io ho sempre trovato gente buona che mi ha aiutato e ho imparato che bisogna aiutare gli altri più che si può.
- Esatto, ecco ragazzi qui ho notato che, mentre la nonna parlava, durante queste dieci domande, può aver sbagliato alcuni tempi verbali, o delle cose.
- Sì, sì eh, non mi ricordo quasi più niente.
- Sì, tipo ha messo altri tempi al posto del congiuntivo, così, ma… lo lasceremo così, perché è un esempio di italiano naturale. Molti anziani in Italia e non solo, comunque parlano in questo modo.
- Poi adesso…
- E anch'io, anch'io varie volte nel parlare velocemente non uso tutto alla perfezione. Quindi proprio per farvi sentire l'italiano vero, l'italiano che si parla anche…
- Io adesso non lo parlo più bene…
- … colloquiale...
- … perché perdo tanto la memoria.
- Ma lo parli bene, solo che…
- No…
- Alcune volte, tipo, crei delle frasi che non sono…
- Sì...
- … corrette grammaticalmente.
- No, no, no.
- Ma sono, diciamo, come parli...
- Perché adesso poi non hai neanche il contatto di parlare con le persone. Sono rimasta qui che sembro una… Mamma mia.
- Poi tu usi tanto il dialetto.
- Poi io adesso parlo ancora il dialetto con le mie amiche, allora...
- Esatto.
- Non è come quando ero a Brescia, che lavoravo lì…
- Che parlavi italiano tutti i giorni.
- Ero dalle suore, si parlava tutti italiano. Adesso ho perso tanto. Mi rivengono ancora i tempi di una volta.
- Certo. Ma non preoccuparti.
- L'ho detto solo perché qualcuno...
- Sì, certo, sbaglio tutto.
- Qualcuno potrebbe chiedere poi: «Ma perché la nonna ha detto così?», e non preoccupatevi.
- No no, sbaglio io a parlare adesso, non ho più la memoria giusta.
- Non preoccupatevi, a volte alcuni pezzettini…
- No, no...
- … non sono esatti, ma li lasciamo così, perché è italiano naturale, come parla la nonna.
- È italiano naturale… proprio naturale. No, tutti noi… ecco, una volta si parlava più bene, certo, adesso non tanto.
- Tipo più bene, non si direbbe, si dice…
- No.
- Una volta si parlava meglio.
- Meglio. Sì, ma invece noi diciamo...
- Eh, quindi tipo queste cose.
- Abbiamo sempre detto bene,invece è meglio.
- Però, tipo, la nonna da quando sono nato, dice più bene. Quindi sono quelle cose che...
- Si sbagliano.
- No, no.
- Non sono, tipo… si capisce tutto. Cioè, è che a scuola ti dicono: «Non dire più bene». Quindi poi molti italiani dicono più bene, dicono è meglio. Si correggono dopo, ricordandosi che a scuola si dice…
- A scuola andavamo, ecco.
- Ti dicono così, no?
- Sì, sì.
- Però ecco, diciamo, come sapete, penso molto che la lingua sia una cosa flessibile e non è così rigida come da libro. Quindi per me non c'è problema se voi ascoltate anche questo tipo di italiano più flessibile e non rigido.
- Sbagliato.
- Ma è sbagliato…
- È sbagliato ma...
- È sbagliato, ma scusa se tu…
- Ma una volta noi...
- Se tu hai sempre detto così...
- Eh, una volta…
- … e anche la tua famiglia, i tuoi amici, le tue amiche.
- Ah, loro forse parlavano un po'... adesso ho perso in questi anni. Ho perso tutto.
- Ma non preoccuparti nonna. Comunque… Tranquilli, e intanto grazie nonna.
- Vi ho parlato più per parlare con voi, e se ho sbagliato scusatemi tutti. Ecco.
- Ecco, no, no, tranquilli, tranquilli. A posto allora, ci vediamo lunedì prossimo. Un abbraccione e tanti saluti, e a presto.