Il primo dolce delizioso di cui parliamo è il famosissimo panettone. Ci troviamo nella meravigliosa Lombardia, regione in cui sono nato. Scopriamo adesso le origini di questo meraviglioso dolce tipico natalizio. Le storie sull’origine del panettone sono tante, ma in realtà quelle attendibili, ovvero che si possono credere, credibili, sono tre.
La prima narra che il panettone sia nato per errore durante il pranzo di Natale preparato per Ludovico il Moro, che era duca di Milano ed era un personaggio politico di un grado sotto al re. Il cuoco di corte avrebbe dimenticato il dolce in forno, ma Toni, colui che svolgeva i lavori più pesanti nella cucina, trovò una soluzione per servirlo lo stesso, unendo all’impasto salvabile burro, uvetta e canditi, dando origine al pan di Toni, divenuto poi panettone.
Un’altra leggenda dice che il dolce tipico di Natale sia stato inventato da Ughetto degli Antellari, che era accompagnatore del duca per conquistare la figlia del fornaio Toni, che si chiamava Adalgisa.
Infine, un’altra leggenda attribuisce la nascita del panettone alla suora Ughetta, che per il giorno di Natale aggiunse all’impasto di pane e zucchero, burro, canditi e uvetta, tracciando poi alla fine una croce in segno di benedizione.
Bisogna però precisare che la forma del panettone che conosciamo oggi è nata solo nel 1920, quando Angelo Motta cercò di modificarne la ricetta per renderla più gustosa. Per questo motivo oggi lo conosciamo con del cartone attorno, proprio per fasciare il dolce, dandogli una forma a fungo, per far sì che sia più soffice e meno bruciato.
E parlando di dolci natalizi, anche se il Natale è già passato, non possiamo non parlare del pandoro.
Ci trasferiamo quindi in Veneto, che è la regione per eccellenza legata a questo dolce. Infatti il nome del pandoro deriva dalla lingua veneta "pan de oro”, probabilmente in omaggio all’antica abitudine dei veneziani, che aggiungevano delle foglie dorate per decorare il pane. Il pandoro però è stato ufficialmente realizzato nel 1894 dal pasticcere veronese Domenico Melegatti e nonostante gli ingredienti del pandoro siano fra i più comuni, quindi farina, lievito, uova, burro e zucchero, la lavorazione è davvero molto complessa. Basti pensare che ci sono almeno quattro fasi di lievitazione.
Oggi abbiamo già parlato di tanti dolci tipici, ma conoscete la pastiera napoletana? Non potevo non nominare un dolce tipico della Pasqua e tipico della Campania. La creazione della pastiera risale alle feste pagane della Napoli antica, in cui è stata ritrovata una prima versione della ricetta nel trattato di cucina del 1693 di Antonio Latini. Interessante e innovativa, viene descritta come una torta un po’ dolce e un po’ salata. Gli ingredienti principali per realizzare la crema di una vera pastiera napoletana sono: grano cotto, ricotta, zucchero, uova, cannella, essenza di fiori d’arancio, vanillina, frutta candita, limone grattugiato e zucchero a velo. Per la pasta frolla, invece, si usano gli ingredienti più comuni: farina, uova, burro e zucchero. Un dolce che assolutamente non puoi non provare se ti trovi in Italia.
Eccoci qui, ragazzi. Il video di oggi è terminato, noi ci vediamo nel prossimo video. Se questo viaggio alla scoperta di alcuni dolci italiani ti ha incuriosito e vorresti conoscerne altri, lascia pure un commento, un "Mi piace” e faremo volentieri un altro video su questo argomento. Infatti l’Italia è ricca di dolci straordinariamente deliziosi e che non puoi perderti. Ti ricordo anche che nella descrizione trovi sempre il mini corso gratuito Le 7 Regole di Italiano Automatico che ti consegnerà un video, un audio e un testo al giorno per sette giorni e ti fa capire esattamente cosa devi fare, come usare il nostro canale e tutti i nostri materiali per migliorare il tuo italiano per sempre, sbloccare il tuo parlato e non fare gli errori che fanno nel sistema tradizionale che ti fanno bloccare per anni senza risultati. Quindi importantissimo, se non l’hai ancora seguito lo trovi in descrizione, è totalmente gratuito. Quindi il mini corso Le 7 Regole di Italiano Automatico. Ok? Io ti mando un grande abbraccio, ci vediamo presto e grazie per l’attenzione.